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Europei 2032 in Italia e Turchia: l'annuncio e le sedi

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Il Comitato Esecutivo Uefa assegna a Italia e Turchia l'organizzazione degli Europei 2032: candidate uniche a ospitare la manifestazione, avranno ciascuna cinque sedi

Il campionato europeo di calcio del 2032 sarà organizzato da Italia e Turchia. Precederanno nel 2028 Galles, Inghilterra, Irlanda, Irlanda del Nord e Scozia. A rendere pubblico l’annuncio della decisione dell’esecutivo Uefa è il presidente Aleksander Ceferin.

Europei di calcio 2032, le città italiane candidate

Per la manifestazione del 2032 la scelta delle sedi – comprese quelle inaugurale e finale – avverrà fra tre anni, nell’ottobre del 2026. Al momento si ipotizzano dieci sedi in totale, cinque italiane e turche. Ma non è improbabile un cambio di format che potrebbe portare a sei il numero delle città coinvolte per ciascuna delle due nazioni organizzatrici. Pronte al via nella corsa per entrare ufficialmente nel girone, le città italiane candidate sono: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Napoli, Roma, Milano, Torino e Verona; Palermo prima candidata in panchina.

Il calcio come cultura della diversità: le parole di Gabriele Gravina

Durante la presentazione della candidatura, il vicepresidente Uefa, Gabriele Gravina, ha parlato di una «sfida ambiziosa di una candidatura congiunta, che ha nella condivisione la sua motivazione più significativa. Innanzitutto, condivisione della passione, delle passioni per uno sport che nei due Paesi rappresenta molto più di un gioco. E poi condivisione delle tradizioni e delle diverse culture, per annullare la distanza fisica con un ponte di amicizia ancor più solido rispetto a quelli in cemento».

Lo sport come anello intergenerazionale: parla il ministro Abodi

È intervenuto da Roma anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi: «Gli Europei 2032 assegnati anche all’Italia rappresentano una grande opportunità che dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento. E non solo nelle città che saranno direttamente coinvolte nell’evento: sarà importante interpretare cosa sarà il calcio tra nove anni, in un mondo che cambia velocemente, e lavorare sodo e in modo costruttivo per il calcio di oggi, che deve porsi l’obiettivo, concreto e non rinviabile, di migliorare le infrastrutture, il modello di gestione e le modalità di relazione con appassionati e tifosi, a partire dalle giovani generazioni».