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Cristiano Ronaldo si fa il segno della croce in Arabia: ecco cosa si rischia

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Se non sei Cristiano Ronaldo, in Arabia per un segno della croce rischi anche la pena di morte.

Con i soldi si può comprare quasi tutto, ma non la fede. Lo ha capito a proprie spese Cristiano Ronaldo, da quando gioca in Arabia Saudita (dove ha già rischiato l’arresto), Paese che certamente non brilla per le libertà e per la trasparenza. Il cinque volte Pallone d’Oro ha fatto goal e, ringraziando Dio, si è fatto il segno della croce. Un azzardo imperdonabile e proibito per chiunque, forse non per CR7.

 

Cristiano Ronaldo si fa il segno della croce in Arabia Saudita

Il club saudita Al-Nassr sborserà quasi mezzo miliardo di euro fino al 2025 solo per il compenso a Cristiano Ronaldo. Gli sceicchi risolvono tutto con i soldi, sia quando c’è da ostentare il lusso che soprattutto quando c’è da insabbiare nel deserto dei diritti civili e delle libertà. Il problema è che non si può comprare tutto coi danari e ora lo sa molto bene il bomber portoghese, ex Juventus.

Durante la semifinale della Champions League versione araba il pluri Pallone d’Oro ha segnato il rigore deciso per l’accesso alla finale. Una volta centrato l’obiettivo, ha alzato gli occhi al cielo, come a voler cercare Dio, e si è fatto il segno della croce. Un gesto assolutamente proibito nel Regno degli sceicchi. Una libertà non consentita e severamente punita, come le tante libertà che possono costare la pena di morte.

 

Cosa succede se ti fai il segno della croce in Arabia?

L’espressione pubblica della fede cristiana è vietata. Le conseguenze per i comuni cittadini, soprattutto i poveri e i tanti lavoratori sfruttati e usati per servire i regnanti sceicchi, possono essere spiacevoli. Per chi viene dall’estero si rischia il carcere, con conseguenti fastidi per rogatorie ed estradizioni. I cittadini invece rischiano di incappare nella giustizia corrotta e sommaria, che può portare al cumulo di altri presunti reati, non dimostrabili, quindi alla pena di morte.

In Arabia Saudita la maggior parte delle esecuzioni avviene per omicidio sia colposo che volontario. Ma la decapitazione viene utilizzata anche per presunta stregoneria, apostasia, cattiva condotta sessuale e uso di sostanze stupefacenti. La massima pena viene applicata anche contro stupri, terrorismo, rapina a mano armata, adulterio, sodomia, omosessualità, rapina su autostrada, sabotaggio e apostasia (rinuncia alla religione islamica).

L’Islam aveva chiesto già alla Fifa di vietare il segno della croce

La vicenda ultima di Ronaldo e del segno della croce apre ulteriori interrogativi sull’opportunità morale nell’aver accettato di giocare in un Paese che subisce ripetute condanne dal mondo civile, anche di fronte a lauti pagamenti.

Non solo, ma già nel 2017 l’Arabia Saudita aveva chiesto alla Fifa di vietare ai calciatori il segno della croce. “Ho visto immagini di calciatori che dopo un’azione o un goal, si fanno il segno della croce. Come mai la Fifa non li punisce?”, aveva tuonato Mohammad Al-Arefe, il religioso musulmano e insegnante di teologia islamica all’Università di Riad. In tutta risposta la Fifa ha “regalato” i mondiali in Qatar, altro Stato che nega i diritti a donne, omosessuali, religiosi non musulmani, e a migliaia di operai morti per la costruzione degli stadi.