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Eutanasia, diritto legale di un malato affetto da tetraplegia: possibile primo caso in Italia

Suicidio assistito

Per la prima volta in Italia, il Tribunale Civile ha ordinato all’Asl di verificare se un malato possa avere il diritto legale di accedere all’eutanasia.

Per la prima volta nella storia dell’Italia, le condizioni cliniche di un paziente potrebbero essere idonee per accedere al suicidio assistito, previa valutazione da parte dell’Asl competente. È quanto recentemente stabilito dal Tribunale Civile di Ancona.

Eutanasia, diritto legale di un malato affetto da tetraplegia: possibile primo caso in Italia

Procedendo all’attuazione della sentenza Cappato della Corte Costituzionale, il Tribunale Civile di Ancona ha consentito, per la prima volta in Italia, che le condizioni di un soggetto malato possano essere esaminate dall’Asl al fine di valutare l’eventuale possibilità di ricorrere al suicidio assistito.

L’iniziativa potrebbe rappresentare il primo passo del Paese verso una svolta rivoluzionaria di portata epocale ed è stata approvata in relazione al caso di un uomo di 43 anni, residente nelle Marche.

L’uomo è affetto da tetraplegia e vive totalmente immobilizzato da circa dieci anni: le sue condizioni, scaturite in seguito a un incidente stradale, sono irreversibili e sono anche state aggravate da ulteriori patologie che si sono manifestate nel corso dell’ultimo decennio.

In passato, il 43enne aveva già fatto richiesta per l’eutanasia all’Asl e all’autorità giudiziaria, ottenendo in entrambi i casi esito negativo. Tuttavia, in seguito al ricorso effettuato, è stato stabilito che l’azienda sanitaria locale si occupi di verificare se sussistano gli estremi per praticare il suicidio assistito.

Eutanasia, diritto legale di un malato affetto da tetraplegia: la vicenda

La richiesta del 43enne delle Marche era stata inviata all’Asl di Ancona per la prima volta alla fine di agosto 2020, in concomitanza con la sentenza emanata dalla Corte Costituzionale. A ottobre, poi, era stato comunicato all’uomo l’esito negativo ottenuto, senza che l’Asl effettuasse verifiche di alcun tipo circa le sue condizioni.

Coadiuvato dagli avvocati dell’Associazione Coscioni, quindi, il 43enne ha presentato ricorso al Tribunale di Ancona che ha confermato l’esito negativo già stabilito dall’azienda sanitaria locale.

Infine, dopo un ulteriore reclamo, il collegio del Tribunale Civile ha imposto “all’Azienda sanitaria unica regionale Marche di provvedere, previa acquisizione del relativo parere del Comitato etico territorialmente competente, ad accertare: se il reclamante sia persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili; se lo stesso sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli; se le modalità, la metodica e il farmaco prescelti siano idonei a garantirgli la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”.

Eutanasia, diritto legale di un malato affetto da tetraplegia: la sentenza Cappato

Per quanto riguarda la sentenza Cappato della Corte Costituzionale, è necessario riassumere le quattro condizioni indicate che devono essere osservate dall’Asl per verificare se sia possibile effettuare l’eutanasia su un paziente.

Nello specifico, quindi, le quattro condizioni da analizzare sono le seguenti:

  • se la persona è “affetta da una patologia irreversibile”;
  • se la persona soffre di una patologia “fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che trova assolutamente intollerabili”;
  • se la persona è “tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale”;
  • se la persona è “capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

A questo proposito, inoltre, è utile sottolineare che la Consulta ha più volte invitato il Parlamento a legiferare a proposito della questione, ribadendo a più riprese la necessità di approvare una legge che si occupi di regolare l’eutanasia: al momento, tuttavia, non è ancora stato preso alcun provvedimento in materia.