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Expo 2030, Riad straccia Roma: i retroscena del flop della candidatura italiana

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L’Expo 2030 sarà ospitato a Riad, in Arabia Saudita: quali sono le ragioni che si celano dietro la sconfitta di Roma?

Riyad si aggiudica l’Expo 2030, a fronte della clamorosa sconfitta di Roma. Con il duro colpo inferto alla Capitale, dovrà fare i conti il Governo Meloni, certo di riuscire almeno ad arrivare al ballottaggio con la città dell’Arabia Saudita, data per favorita.

Expo 2030 a Riyad, le ragioni dietro la sconfitta di Roma

Il tonfo di Roma, che si è vista strappare dalle mani la possibilità di ospitare l’Expo 2030, è apparso tanto più evidente e rumoroso dopo aver appreso il posizionamento della Capitale. La città, infatti, ha ottenuto soltanto 17 voti, collocandosi all’ultimo posto tra le località che hanno presentato la propria candidatura per ospitare l’evento. Al secondo posto della classifica, si è piazzata la sudcoreana Bausan con 29 voti. A trionfare, invece, come già segnalato, è stata Riad che ha conquistato 119 pareri favorevoli.

Al momento del voto, l’Italia è stata – di fatto – abbandonata e lasciata sola ad affrontare il suo destino. A rendere la sconfitta ancora più cocente e difficile da digerire, c’è stato anche il voltafaccia di Albania e Tunisia. Neppure i due Paesi “amici” che hanno recentemente stretto accordi sull’immigrazione con l’Italia hanno supportato Roma. Come riportato da Repubblica, poi, anche altre Nazioni hanno modificato il loro orientamento di voto a favore di Riad. È il caso, ad esempio, della Bosnia.

Il nodo Israele

Il flop di Roma brucia. Il dovere di cedere il passo a Riad sull’Expo 2023, pure. Ma ciò su cui ci si sta davvero interrogando sono i motivi che hanno portato alla disfatta della Città eterna in fase di voto. Pare che ad aver fatto schizzare all’apice del gradimento la città dell’Arabia Saudita non siano stati tanto i vassoi d’argento traboccanti di datteri e cioccolatini offerti al Bureau international des Exposition o la decisione di schierare un testimonial d’eccellenza come Ronaldo che ha facilmente scalzato le azzurre Bebe Vio, Sabrina Impacciatore e la moglie di Sting, Trudie Styler.

A far pendere l’ago della bilancia verso Riad, pare sia stata la scelta di Israele di votare per l’Italia. Lo Stato ebraico ha deciso di sostenere Roma a sorpresa, proprio quando le votazioni stavano ormai per partire. La mossa israeliana avrebbe compromesso e danneggiato la candidatura italiana all’Expo 2030, spingendo gli altri Stati a boicottare la Penisola. Ad appoggiare il boicottaggio sarebbero stati Paesi ostili nei confronti di Israele e critici verso la guerra avviata da leader israeliano Benjiamin Netanyahu nella Striscia di Gaza.

“Fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata”. È il commento a caldo dell’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del comitato promotore. “Quindi, anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo”, ha osservato.

L’appello di Borrell e il tradimento della Francia

Al “tradimento internazionale” di cui è stata vittima Roma, si aggiunge quello di matrice europea. Lo scorso marzo, infatti, l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, aveva annunciato che si sarebbe impegnato a mobilitare delegazioni Ue al fine di garantire il sostegno a Roma. I 27 Stati membri, tuttavia, si sono rivelati evidentemente sordi all’appello di Borrell.

Del resto, il primo Paese a sfilarsi e prendere le distanze dall’Italia, sferrando un duro colpo al Governo Meloni, è stata la Francia di Emmanuel Macron. A luglio, la nazione d’oltralpe, ha comunicato in via ufficiale la decisione di votare per Riad durante una visita di Mohammed Bin Salman a Parigi.

Lo strappo dell’Eliseo, come ricostruito e sottolineato dal Corriere, ha molto indispettito Palazzo Chigi. E le tensioni tra i due Stati non si sono placate neppure quando la Francia ha fornito la sua versione dei fatti. “Abbiamo detto sì ai sauditi perché sono stati i primi, e finora gli unici, a chiedere il nostro voto”, avevano fatto sapere da Parigi. La “giustificazione” fornita dai francesi, tuttavia, non ha fatto altro che agitare ulteriormente le acque. Così, nei mesi successivi, l’Eliseo aveva fatto sapere che avrebbe garantito il suo voto a Riad solo al primo turno e non in un eventuale ballottaggio.

Peccato però che, data la vittoria schiacciante dell’Arabia Saudita, non sia stato necessario alcun ballottaggio.