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Fabrizio Frizzi: la nuova ipotesi sulla causa del decesso

Fabrizio Frizzi

Dieci giorni dopo la sua scomparsa, ecco l'ipotesi su cosa potrebbe essere accaduto a Fabrizio Frizzi nel corso di quella maledetta notte

Fabrizio Frizzi è scomparso 10 giorni fa, precisamente lo scorso lunedì 26 marzo. Tutta l’Italia sembra ancora non aver superato il trauma della sua morte, per l’addio ancora molto fresco a una persona molto amata. Forse ancora più apprezzata di quanto si potesse immaginare.

Nel frattempo ieri sera è tornata in onda L’Eredità, il programma preserale di Rai Uno che conduceva Frizzi. Il timone è stato riperso dall’amico e collega Carlo Conti, che gli ha dedicato poche ma commosse parole all’inizio della puntata di ieri. Ecco però che adesso, a poco più di una settimana dall’addio a Frizzi, restano ancora avvolte nel mistero le circostanze mediche precise che lo hanno portato al decesso.

Come sottolineano alcuni siti web, nelle ore successive alla morte di Fabrizio Frizzi, amici e colleghi avevano lasciato intendere che il quadro clinico del conduttore fosse disperato. La sua salute era decisamente compromessa, come è emerso anche dalle parole di Alfonso Signorini a Matrix. Insomma, dopo l’ischemia di novembre, Frizzi avrebbe iniziato una terapia sperimentale. Lo scopo era proprio sconfiggere alcuni tumori ormai diffusi e completamente inoperabili, di cui si è parlato nelle ore successive alla sua morte. Resta in ogni caso il fatto che il decesso sarebbe avvenuto in seguito a un’emorragia cerebrale.

Morte Frizzi: le rilevazioni di Signorini

Alfonso Signorini a Matrix ha raccontato la battaglia di Fabrizio Frizzi contro il male che lo stava torturando. “Lui sapeva che non aveva scampo. Questo è molto importante da sottolineare”, ha commentato il direttore di “Chi”. Dunque, Frizzi “quando ha avuto quella ischemia che l’ha portato al ricovero immediato all’ospedale, a ottobre, dagli esami è risultato che aveva dei tumori diffusissimi che erano inoperabili. Questa cosa è stata messa al corrente non soltanto della famiglia ma anche di lui”.

Signorini ha rilasciato queste delicatissime rivelazioni non per il gusto della morbosità, ma evidentemente per fare capire sul serio quale fosse la forza d’animo di Frizzi. Il suo grande spessore umano e la dedizione completa per il suo lavoro. “Fabrizio a quel punto era a un bivio: o rimanere a casa e aspettare il momento, oppure andare in televisione a fare il suo lavoro. A portare ancora una volta il sorriso a casa della gente. È questo il vero miracolo che ha fatto Fabrizio Frizzi”.

Fabrizio Frizzi, dunque, pare essere stato molto sfortunato. In genere, infatti, l’emorragia cerebrale che lo ha colpito non causa la morte. Specialmente in pazienti sottoposti a cure mediche quotidiane e sotto stretto controllo. L’emorragia cerebrale è una sindrome neurologica acuta. Essa è determinata dalla rottura di un vaso arterioso del cervello e al stravaso di sangue nel parenchima cerebrale. La causa più frequente di questo danno vascolare è l’ipertensione arteriosa, ma ci sono anche altre cause comuni. Come ad esempio gli ematomi che si formano dopo traumi del cranio, la rottura dei vasi per aneurismi, i tumori cerebrali primitivi o metastatici. Ancora, più raramente, alcune malattie emorragiche o le complicanze derivanti dell’uso di farmaci anticoagulanti. Evidentemente quindi le cause della morte erano molto più serie, non riconducibili alla sola ischemia.