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Caso Cecchettin, il neurologo Sorrentino su Turetta: “Doveva andare da uno psichiatra, non da uno psicologo”

Filippo Turetta neurologo sorrentino

Il neurologo Rosario Sorrentino su Filippo Turetta: aveva bisogno di uno psichiatra e non di uno psicologo.

Il neurologo Rosario Sorrentino ha rilasciato alcune dichiarazioni su Filippo Turetta, il ragazzo accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. L’esperto ha asserito che il giovane non avesse bisogno di sedute con uno psicologo ma che dovesse essere seguito da uno psichiatra.

Filippo Turetta, il neurologo Sorrentino: “Doveva andare da uno psichiatra, non da uno psicologo”

“Come sarebbe andata se fin dall’inizio fosse andato subito da un medico, uno psichiatra ad esempio, e non da uno psicologo?”. Se lo è chiesto più volte il neurologo e scrittore Rosario Sorrentino in occasione di alcune interviste incentrate su Filippo Turetta, il ragazzo attualmente recluso nel carcere Montorio di Verona per il femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Turetta, a inizio settembre, si era rivolto alla Usl di Padova per fissare un appuntamento con uno psicologo. Con lo specialista, ha avuto cinque colloqui. Il sesto era fissato per il 17 novembre ossia quando era già in fuga dopo aver ucciso Giulia. “Su spinta di Giulia aveva accettato di farsi vedere da un terapeuta. Ma ne ha cambiati quattro e sempre ha fatto scena muta”, ha raccontato il padre della vittima, Gino Cecchettin, parlando dell’assassino della figlia.

“Mi sono chiesto come sarebbe potuta andare se Filippo avesse ricevuto una cura adeguata per contenere la sua rabbia, i suoi tormenti, le sue ossessioni”, ha detto Sorrentino al Corriere della Sera. In questo, come in altri casi, andrebbe rispettata la priorità: prima si va dal medico, dallo specialista che valuta e dà una terapia, che ti stabilizza. Poi, in seconda battuta, inizia il percorso psicologico”.

Parola all’esperto: la tragedia poteva essere evitata?

Esprimendosi sulla possibilità di evitare la tragedia se solo il ragazzo si fosse affidato prima a un medico, Sorrentino ha risposto: “Forse sì o forse no. Ma quello che è accaduto ci deve far riflettere. Il cervello è un organo come gli altri, quando c’è una persona che ha un tormento, un disturbo di natura psichiatrica, deve andare da uno specialista o anche dal medico di famiglia. La cura, all’inizio, non è né l’ansiolitico, né la pillolina consigliata dall’amico di turno. La cura deve mirare a ristabilire un equilibrio mentale e la deve dare un esperto. Il disagio può essere la punta dell’iceberg. Per esempio, la rabbia è un’emozione che va sempre indagata, approfondita, che può essere la spia, l’allerta di qualcosa di molto più serio. Quando chi ha questi problemi arriva da uno psicologo, lui dovrebbe subito indirizzarlo da un medico”.

Per il neurologo, inoltre, molti psicologi dovrebbero fare autocritica e chiedere l’aiuto di uno specialista quando hanno in cura pazienti affetti da gravi problemi e patologie. “Bisogna assolutamente potenziare i servizi di psichiatria. La politica deve mettersi la mano sul cuore e investire fondi sul disagio mentale”, ha spiegato Sorrentino ai microfoni di Adnkronos Salute. “Non basta andare dallo psicologo, Turetta ne ha cambiati diversi senza mai essere indirizzato da uno psichiatra. Questo non deve più accadere”.