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Francesco Facchinetti si sfoga su Facebook contro le accise della benzina. E il video è subito virale

Francesco Facchinetti si sfoga su Facebook contro le accise della benzina. E il video è subito virale

Francesco Facchinetti è implacabile. Su Facebook irrompe con un video che accusa il caro benzina e le accise che vi gravano. E chiede spiegazioni.

Ormai non è più una novità: Francesco Facchinetti su Facebook è una vera e propria furia. Critica, punta il dito, polemizza, si indigna. Il figlio d’arte da tutti conosciuto con il nome di Dj Francesco grazie alla canzone sul Capitano, ha lanciato l’ennesima provocazione ai suoi fan sui social. Francesco Facchinetti, conduttore televisivo, non riesce davvero a capacitarsi dell’elevato costo della benzina in Italia. Il figlio di Roby, infatti, ha deciso di chiedere ai suoi follower su Facebook come è possibile che il carburante in questione abbia un costo pari a 1,74 euro.

Il video di Facchinetti? Virale in pochi minuti

Nemmeno a dirlo, Francesco Facchinetti e il suo sfogo social sono diventati più che virali in pochissimi minuti. Migliaia le condivisioni e incalcolabili le reazioni da parte dei follower. I suoi seguaci, infatti, concordano, in pieno, con quanto denunciato dal nostro amato “Capitan Uncino”. “In giro per il mondo – dichiara con enfasi – ci sono delle Nazioni dove la benzina non costa nemmeno un euro. Qui, invece, ci dicono che ci sono le accise“. Infine, come si può vedere dal video, Francesco sbotta e tuona: “Ma quali sono queste accise? Dove ca**o siamo finiti? Per piacere, fatemi l’elenco di queste accise qui sotto che dobbiamo pagare”. E poi, scherzando sul servizio offerto: “1,74 euro di benzina? Forse perché siamo fornitissimi? E forse devo pure andare dentro a pagare”.

Ecco l’elenco delle presunte accise che l’Italia ha introdotto inflazionando il costo della benzina

Le accise sono imposte sulla fabbricazione e sulla vendita di prodotti di consumo. In molti Paesi del mondo, in particolare in quelli non produttori, il prezzo dei carburanti è gravato da accisa. E dal momento in cui, dopo gli anni 2000, in Europa, ci si è resi conto che i carburanti contribuiscono all’inquinamento, l’introduzione delle accise è stata giustificata dalle spese sostenute dagli stessi enti pubblici per ridurre il loro impatto ambientale.

Ecco la lista:

  • 1,90 ₤ (0,000981 €) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
  • 14 ₤ (0,00723 €) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 10 ₤ (0,00516 €) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
  • 10 ₤ (0,00516 €) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 10 ₤ (0,00516 €) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
  • 99 ₤ (0,0511 €) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
  • 75 ₤ (0,0387 €) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 205 ₤ (0,106 €) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
  • 22 ₤ (0,0114 €) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
  • 0,02 € per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,005 € per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • 0,0051 € per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
  • da 0,0071 a 0,0055 € per il finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 € per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
  • 0,0089 € per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
  • 0,082 € (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
  • 0,02 € per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.

Il totale degli incrementi dell’accisa, quindi, stabiliti prima dal Regno d’Italia e, successivamente, dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,50 euro IVA inclusa. Dal 1999, inoltre, un decreto legislativo consente alle varie Regioni di imporre un’accisa autonoma sulla benzina. Il totale finale, quindi, è di 88,35 cent per la benzina e 74,81 cent per il gasolio.