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Francesco Vaia: "Non c'è una vera emergenza Covid. Il virus è cambiato, va cambiato il nome"

francesco vaia

Secondo il direttore dello Spallanzani siamo in una fase completamente diversa

Sono passati quasi tre anni da quando, per la prima volta, anche nel nostro Paese si iniziava a parlare di Covid-19. Le scene e l’isteria ce le ricordiamo tutti: la corsa alle mascherine, il panico nei supermercati, i primi lockdown, le ordinanze eccetera. Oggi, per fortuna, la situazione è profondamente cambiata, e questo grazie ad un mix di vaccini e di immunità naturale acquisita dalla popolazione con le (ormai svariate) esposizioni al virus. A fare il punto della situazione nel merito della questione è stato, nelle scorse ore, il direttore del centro di malattie infettive Francesco Vaia, con una lunga intervista concessa a Il Messaggero.

Vaia: “Non c’è una vera emergenza Covid. Il virus è cambiato, va cambiato il nome”

La questione Covid è ancora molto delicata e controversa. Sono tuttora numerosi gli scienziati che preferiscono muoversi con i piedi di piombo, sottolineando quanto rimanga importante mantenere alcune delle misure di sicurezza che abbiamo imparato negli ultimi anni, particolarmente quando si tratta di persone anziane o fragili.

Il peggio, per molti, sembra però essere passato. A proposito, Francesco Vaia si è espresso in questi termini:

La pandemia, per come l’abbiamo conosciuta noi, non c’è più. […] «Per il momento la situazione è sotto controllo. Le terapie intensive sono stabili, non sono aumentate nonostante ci sia stato un lieve incremento del contagio, mentre i ricoveri ordinari sono diminuiti. I dati del Lazio sono abbastanza confortanti. Noi siamo l’ospedale di riferimento della Regine, il nostro centro è rimasto sempre attivo, e abbiamo numeri molto al di sotto di quello degli anni scorsi. Siamo ancora in condizioni di accettabilità. Non dimentichiamo che l’incidenza è aumentata negli ultra 90enni, perché l’identikit è un paziente anziano non vaccinato, che ha altre patologia e quindi prendendo il Covid viene in un ospedale specializzato per poter curare anche il Covid.

A proposito delle recenti dichiarazioni del virologo tedesco Thomas Mertens riguardo la fine della pandemia Vaia ha commentato:

Mertens, che ho voluto nel mio board scientifico, afferma una cosa giustissima: la pandemia per come l’abbiamo conosciuta noi non c’è più. In un documento sottoscritto anche da lui insieme a tanti altri esperti quasi un mese fa, come Spallanzani, abbiamo suggerito di chiamare questa malattia non più Covid 19 ma Covid 23. 

Ma qual è la differenza fra Covid-19 e Covid 23? Zaia a proposito dichiara:

Il Covid 23 determina una malattia che si ferma spesso alle prime vie aeree superiori, quindi non troviamo una polmonite come nel 2019-2020; questo accade molto raramente, e l’85 per cento delle persone che possono prendere la polmonite sono anziane e hanno altre patologie.