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Gentiloni sulla Brexit: "fase due molto più complicata"

Gentiloni

Secondo il premier Paolo Gentiloni la fase due sulle trattative per la Brexit saranno molto più complicate. Smorza così l'entusiasmo inglese.

La prima fase che scandisce il lento processo di divorzio tra Regno Unito ed Europa si è da poco conclusa. Nei giorni scorsi è stata stabilita la cifra del divorzio sancito dalla Brexit. La cifra si aggira intorno ai 55 miliardi e segna il cedimento del Regno Unito alle richiesta della UE. Adesso si apre la fase due dei negoziati, che partirà a Marzo. Prevista la chiusura dei lavori per il Marzo 2019. Il premier Paolo Gentiloni ha commentato la vicenda. Ha subito commentato che la fase due delle trattative saranno molto più complicate della prima fase. Ha poi aggiunto di aver apprezzato la buona volontà degli inglesi nella prima fase. Una frase che gela gli entusiasmi inglesi.

Nel frattempo, in attesa di Marzo 2018, i 27 della UE stanno stendendo le linee guida e il programma per portare a buon fine la Brexit. I punti su cui ci si è accordati erano punti che non presentavano particolari difficoltà, come lo status dei cittadini europei in UK. I problemi veri riguardano i temi legati al comparto economico e commerciale.

Le parole di Gentiloni

Stando alle parole di Gentiloni questi preliminari accordi sono solo “convenevoli“. I veri problemi riguarderanno gli accordi economici, dove gli interessi nazionali di ciascun paese sono forti. La fase 1 ha dimostrato che quando l’Unione riesce a fare quadrato nelle trattative, facendo cedere il governo inglese. La fase 2 invece potrebbe portare a un contrasto tra i paesi interni alla Unione. Infatti i 27 paesi della UE hanno interessi diversi. Alcuni paesi vorrebbero avere un rapporto impegnativo con lo UK, tenendolo unito nel mercato unico. Altri invece non vorrebbero averlo. Altri ancora vorrebbero rapporti poco impegnativi da entrambe le parti. L’augurio che lancia Gentiloni è che la fase preliminare fino a Marzo 2018 non si trasformi in un regalo alla controparte. Una linea unica potrebbe essere vantaggiosa.

What London wants

Nel frattempo bisogna che Londra chiarisca esattamente la sua posizione e ciò che desidera per se e per il proprio futuro. Una mancanza di chiarezza che potrebbe essere il colpo fatale al governo guidato da Theresa May. Infatti non è chiaro cosa gli inglesi vogliano. Londra vorrebbe uscire dal mercato, ma godere dei privilegi come fosse un membro UE. Questo senza dover versare la somma dovuta alla comunità europea. Le scelte che si profilano allora sono due: o uscire completamente dal Mercato Unico Europeo, rinunciando ai privilegi da membro. O assumere uno status simile a quello della Svizzera e della Norvegia. Questi due paesi non fanno parte della UE. Tuttavia partecipano al Mercato Unico. Pagano una somma annuale di contributo alla comunità per avere accesso al Mercato Unico. Il capo-negoziatore europeo, Michael Barnier ha spiegato cosa fare se Londra non chiarirà la sua posizione. Prevede infatti di adottare una strategia simile a quella usata per stendere gli accordi commerciali con il Canada.