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Giovanni Brusca libero, il padre di Giuseppe Di Matteo: "Ha sciolto mio figlio nell'acido, non è umano"

Brusa Giuseppe Di Matteo

Santino Di Matteo, ex mafioso e collaboratore di giustizia, esprime tutta la sua rabbia per la scarcerazione di Giovanni Brusca.

Dopo 25 anni di carcere, Giovanni Brusca torna libero e immediate sono le polemiche per la decisione che coinvolge il boss mafioso condannato per aver azionato il telecomando per la strage di Capaci il 23 maggio 1992 e ucciso Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito che si voleva mettere a tacere. In seguito alla scarcerazione dell’uomo, Santino Di Matteo ha sfogato tutta la sua rabbia.

Giovanni Brusca libero, lo sfogo del padre di Giuseppe Di Matteo

Ha sciolto mio figlio nell’acido, ha strangolato una ragazza incinta, Brusca non appartiene alla razza umana: se lo trovo per strada non so cosa succede. Così ha dichiarato Santino Di Matteo, il pentito padre di Giuseppe, che ha perso per sempre il suo bambino per mano di Brusca.

Santino Di Matteo aveva deciso di collaborare e fare i nomi dei più terribili mafiosi. Ma Giovanni Brusca, il fratello Enzo e Totò Riina avevano deciso di metterlo a tacere. Così hanno rapito il suo bambino e poi lo hanno ucciso. Avevano rapito Giuseppe Di Matteo all’età di 13 anni, lo hanno tenuto prigioniero con una catena al collo per due anni, poi lo hanno ucciso e sciolto nell’acido.

Giovanni Brusca libero, le parole del papà di Giuseppe Di Matteo

Dopo trent’anni vado ancora testimoniare ai processi. Io vado per dire quello che so. Ma a che cosa serve se poi lo stesso Stato si lascia fregare da un imbroglione, da un depistatore? Non trovo le parole per spiegare la mia amarezza. A chi devo dirlo? È passato meno di un anno da quando avevano liberato un carceriere di mio figlio, a Ganci, il paesino delle Madonie, uno dei posti del calvario. Ma la verità è che tutti i sorveglianti e gli aguzzini della mia creatura sono liberi. Tutti a casa”, ha ricordato Santino Di Matteo.

Quindi ha aggiunto: “Ora va a casa pure il capo che organizzò e decise tutto. Lo stesso boia di Capaci. Si può dire boia? Lo posso dire io. La legge non può essere uguale per questa gente. Brusca non merita niente. Oltre a mio figlio, ha pure ucciso una ragazza incinta di 23 anni, Antonella Bonomo, dopo avere torturato il fidanzato. Strangolata, senza motivo, senza che sapesse niente di affari e cosacce loro. Questa gente non fa parte dell’umanità“.

Poi ha ribadito: Lo Stato si fa prendere per i fondelli. Riina è morto in carcere. E così doveva andare per Brusca. Tu hai fatto cose atroci. Statti tranquillo, dentro. Ti diamo qualcosa, ma non puoi uscire. Perché se esce, che giustizia è? Se lo dico io, forse vale poco, ma dovrebbero essere tanti a ribellarsi. Invece, so come finirà: giornali e tv ne parleranno per due giorni, poi il silenzio trionferà e quel mascalzone si godrà la libertà. U verru, cioè il maiale, come chiamavano Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la play station. Eppure l’ha fatto sciogliere nell’acido. E questo orrore si paga in vent’anni? Io non posso piangere nemmeno su una tomba e lui lo immagino pronto a farsi una passeggiata. Magari ad Altofonte. O in un caffè davanti al Teatro Massimo di Palermo. Mi auguro di non incontrarlo mai, come chiedo al Signore. Se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere”.

Brusca libero, la rabbia del padre di Giuseppe Di Matteo e le altre reazioni

Per Santino Di Matteo, una persona in grado di commettere atrocità di ogni genere “non appartiene alla razza umana”.

A protestare contro la liberazione di Brusca è anche Maria Falcone, sorella del famoso giudice, la quale ha commentato: Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata, ma si augura chemagistratura e forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno”. Quindi ha ricordato: “La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle rivelazioni di Brusca, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato. Non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue.

Alle sue parole fanno eco quelle di Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. “Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l’uomo che ha distrutto la mia famiglia è libero, ha commentato. In un’intervista ad AdnKronos dice: Lo Stato non sta dando un grande esempio. Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta“. Per lei, “c’è una giustizia che non è giustizia”.

L’unico superstite della strage di Capaci, Giuseppe Costanza dichiara ad AdnKronos: “È una notizia che sicuramente non mi fa piacere. È un’offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi”.

Commentando la scarcerazione di Brusca, Rita Dalla Chiesa dichiara: “È una vergogna di Stato. Sono sconvolta per quanto accaduto. Non mi aspettavo l’ennesima vergogna della giustizia in Italia“.