> > Giulia Cecchettin, ritrovata lettera sulla tomba: "Ciao mi chiamo Filippo..."

Giulia Cecchettin, ritrovata lettera sulla tomba: "Ciao mi chiamo Filippo..."

Giulia Cecchettin lettera tomba

Sulla tomba di Giulia Cecchettin è stata ritrovata una lettera scritta da un coetaneo dell'ex fidanzato. Le parole contenute nella missiva sono molto toccanti.

A pochi mesi dalla scomparsa di Giulia Cecchettin, sulla tomba della giovane è stata ritrovata una lettera molto toccante. A scriverla è Filippo, un giovane omonimo dell’ex fidanzato che l’ha uccisa in quei drammatici giorni di novembre: “Ciao Giulia, mi chiamo Filippo e so da cosa cominciare: dalle scuse, anche se servono a poco”.

Giulia Cecchettin, la precedente ospitata del padre Gino a Che tempo che fa

Nelle scorse settimane il padre di Giulia, Gino, era intervenuto come ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Il conduttore, in quell’occasione, aveva rivolto parole particolarmente dure a quanti avevano mostrato un atteggiamento di odio nei confronti del padre della ragazza: “Noi oggi non daremo alcuna soddisfazione a quelli che ora stanno vergognosamente inviando messaggi di odio nei confronti di Gino Cecchettin”. Eppure, a distanza di tempo sulla tomba di Giulia è stata ritrovata una lettera le cui parole fanno riflettere e a fare la scoperta è stato lo zio di Giulia, Andrea Camerotto.

La lettera ritrovata sulla tomba

L’autore della lettera ha cominciato la sua riflessione partendo dalle piccole cose. Anche quest’ultimo ha a lungo sofferto a causa di un amore finito, eppure questa vicenda gli ha lasciato un qualcosa di importante: “…sentivo parlare di continuo di quanto Turetta fosse ossessivo nei tuoi confronti, mi sono fermato, ho guardato dentro di me e cercato di riflettere sulla mia situazione. Sono convinto che ciò che ti è accaduto sia cominciato da piccole cose, piccole a tal punto che diventa persino difficile rendersene conto”. Infine ha rivolto un pensiero a quanti con le loro azioni hanno distrutto la vita delle donne e si è chiesto a tale proposito: “Ma sono poi io così diverso? D’altronde molte volte le piccole cose noi nemmeno le notiamo”.