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Grattacielo bruciato a Milano: i condomini devono pagare l’Imu sulla seconda casa

Il grattacielo bruciato a Milano in estate

Grattacielo bruciato a Milano: i condomini devono pagare l’Imu sulla seconda casa secondo una nota ufficiale ed amara del comune che spiega il perché

Sulla vicenda del grattacielo bruciato a Milano a fine agosto si è innestato un paradosso burocratico amaro e tutto italiano: i condomini dovranno pagare l’Imu sulla seconda casa. Perché? Perché le 80 famiglie che hanno perso la loro abitazione il 29 agosto sono rientrate ufficialmente nell’aliquota della seconda casa scontata del 50%.

Grattacielo bruciato a Milano: l’Imu c’è ancora, solo che adesso è sulla “seconda casa”

Spieghiamola meglio anche se spiegarla non è facile: di fatto quell’incendio innescato probabilmente da una sigaretta ed oggetto di una indagine penale ha reso gli appartamenti non più agibili come prima abitazione. Fin qui è facile, è il dopo che sa di rovello: dato che quelle case non sono più prima abitazione scattano in fascia di seconda, anche a prescindere dal fatto che quelle case semplicemente “non sono più” perché sono andate in fumo.

La nota corretta ma surreale sull’Imu del Comune di Milano sul grattacielo bruciato a Milano

Chiaro? Chi esige il pagamento dell’Imu? Ovvio, il Comune di Milano, che in una nota spiega serissimo: “L’attuale normativa Imu stabilisce per i fabbricati inagibili la riduzione della base imponibile del 50%, limitatamente al periodo dell’anno durante il quale sussiste la condizione; questo anche per gli immobili che costituivano abitazione principale del soggetto, prima dell’evento. L’incendio, comportando l’inagibilità dell’immobile, ha fatto venir meno il requisito della dimora previsto dalla norma”. Non fa una grinza ma fa un po’ senso.

Però per il 2022 l’aliquota Imu sarà zero: intanto sul grattacielo bruciato a Milano quella 2021 vale e come

La nota prosegue: “Pertanto, per l’anno 2021, a partire dalla data dell’evento, in assenza di specifici interventi normativi statali, il tributo è dovuto nella misura ridotta del 50%”. Si ma, che bello amici, c’è anche una bella notizia: “La situazione dovrebbe sanarsi per il 2022: “Per l’anno 2022 è possibile deliberare un’aliquota ridotta allo zero, per le fattispecie che ricomprendono l’evento”. Buon Natale.