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La guerra dei droni: 5 feriti a Kursk e aeroporti chiusi a Mosca

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La controffensiva ucraina avanza verso il Cremlino, che teme attacchi con droni

Mentre deflagra il caso Prigozhin e ci si interroga sul futuro dei mercenari della brigata Wagner, la guerra è al suo 547esimo giorno. Il Cremlino prova a spegnere il clamore sulla fine dell’ex “cuoco” di Putin annunciando di aver fermato dei droni ucraini alla stazione di Kursk.

Prosegue la guerra dei droni: 5 feriti a Kursk

Un velivolo senza pilota sarebbe stato intercettato dalla difesa russa. L’attacco del drone avrebbe ferito almeno cinque persone che erano nei pressi della stazione della città russa di Kursk.

Il drone ucraino si sarebbe schiantato sul tetto dello scalo ferroviario. “Ha provocato un incendio sul tetto e cinque persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetro”, riferisce il governatore regionale Roman Starovoit.

Mosca teme la controffensiva: chiusi due aeroporti

Dunque, la guerra dei droni si è spostata su Kursk, da giorni bersaglio della controffensiva di Kiev. Questa grande città è strategica; con oltre 1 milione di abitanti è il capoluogo dell’omonima regione russa al confine ovest con l’oblast ucraina di Sumy.

Solo nella giornata del 23 agosto è stata bersagliata da 25 attacchi, e si sono registrate quasi 250 esplosioni. Per questo la Russia ha deciso di chiudere gli aeroporti moscoviti di Domodedovo e Vnukovo, sospendendo i voli in arrivo e in partenza. Si teme che la controffensiva dell’esercito ucraino possa colpire la capitale.

Infatti, il 20 agosto un altro drone era stato soppresso nel distretto di Stupino, poco lontano da Mosca. Per la capitale russa è l’ennesimo “tentativo di Kiev di effettuare un attacco terroristico su strutture del territorio nella regione”.