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Guerra in Medio Oriente, Netanyahu: “Con la fine della tregua, ripartiranno le operazioni militari”

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Le operazioni militare connesse alla guerra tra Israele e Hamas ripartiranno quanto la tregua sarà finita. Lo ha detto il premier israeliano.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che, una volta finita la tregua, le operazioni militari avviate con lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas ripartiranno. Intanto, si continua a lavorare per ottenere un prolungamento della pausa umanitaria.

Guerra Israele Hamas, Netanyahu: “Finita la tregua, ripartiranno le operazioni militari”

Conclusa l’ultima fase della tregua umanitaria tra Israele e Hamas connotata dall’ennesimo scambio di ostaggi e prigionieri tra le due realtà in guerra, le operazioni militari israeliane a Gaza verranno riavviate. È quanto riferito nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì”, ha detto il leader dello Stato ebraico. Netanyahu, poi, ha precisato: “Auesta è la mia politica, l’intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo”.

I nuovi insediamento a Gaza

“Stasera verrà posta nella Striscia di Gaza la prima pietra dell’insediamento ‘Ofir’, che prende il nome dall’ex capo del Consiglio della Porta del Negev, il defunto Ofir Liebstein, assassinato da Hamas”, ha detto poi il premier israeliano, rimarcando la volontà di estendere gli insediamenti. “Ofir era un leader, un uomo della Terra di Israele, un uomo di costruzione, un uomo di insediamento”.

“Qui cresceranno bambini e ragazzi che verranno istruiti sul suo contributo, sul suo eroismo e sul suo sacrificio. Ripristineremo gli insediamenti, espanderemo gli insediamenti e aggiungeremo altri insediamenti”, ha aggiunto Netanyahu in un post condiviso su Twitter.

Hamas, rilasciati altri ostaggi israeliani

Intanto, mentre fonti egiziane hanno riferito che i partner internazionali di Israele stanno continuando a lavorare per trovare un accordo tale da protrarre la tregua per altre 48 ore, nel tardo pomeriggio di mercoledì 29 novembre è cominciato il rilascio di altri dieci ostaggi israeliani consegnati da Hamas alla Croce Rossa. Lo ha riferito il Jerusalem Post dopo che il braccio armato dell’organizzazione ha asserito di aver rilasciato due donne russo-israeliane come “omaggio al presidente Putin”.

Croce Rossa International ha comunicato che tutti e 12 gli ostaggi hanno raggiunto il valico di Rafah.

“Gli sforzi per estendere la tregua non sono ancora maturati, e l’offerta da parte israeliana non la riteniamo degna di studio”. Sono le parole di Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas in Libano, intervistato dal canale di Hezbollah Al-Madayeen e citato da Times of Israel. In mancanza di un accordo, la tregua scadrà nella mattinata di giovedì 30 novembre.

Blinken: “Lavoriamo a un’estensione della tregua per liberare più ostaggi”

A sostenere un ulteriore prolungamento della pausa umanitaria è anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. Prima di lasciare Skopje per raggiungere Israele, Blinken ha affermato che lavorerà per l’estensione della tregua e della pausa dei conflitti a Gaza “in modo da poter continuare a liberare più ostaggi e consentire più aiuti umanitari”.

“Vorremmo vedere un prolungamento della tregua poiché ciò ha consentito innanzitutto il rilascio degli ostaggi e il loro ricongiungimento con le famiglie”, ha aggiunto il segretario di Stato americano. “Abbiamo potuto anche aumentare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che ne ha disperatamente bisogno”.