Manca poco alla riapertura dei centri estivi durante il Coronavirus, datata 15 giugno 2020. Per far rispettare le norme anti contagio ai bimbi, ci sono diversi escamotage e fra questi il più efficace sembrerebbe essere proprio la dimensione di “gioco”. “Ai bambini bisogna sempre dire la verità ed è compito dei genitori responsabilizzarli senza alimentare paure e psicosi”, dice Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile del Policlinico di Roma Tor Vergata.
Coronavirus e centri estivi: aiuto alle famiglie
Secondo l’esperto, è impensabile che la responsabilità venga scaricata esclusivamente sugli operatori dei centri estivi: “Sono già chiamati a mille adempimenti per riaprire in sicurezza e organizzare al meglio le attività in versione fase 2, anzi vanno supportati perché con le riaperture saranno di grande aiuto alle famiglie”, spiega.
I genitori e gli adulti devono dunque dare il buon esempio, preparando per tempo i bimbi a questa socialità a loro sconosciuta, all’importanza del fare attenzione e rispettare le regole. “Con 40 gradi i bambini non resisteranno a lungo con la mascherina, per questo devono essere guidati a mantenere le distanze”, specifica Mazzone, “lavarsi le mani e tutte le misure che conosciamo. Per loro è un gioco, ma l’esempio degli adulti è essenziale”.
Educare i bimbi giocando
Nei bambini più grandi è fondamentale rafforzare il senso di responsabilità verso sé stessi e gli altri, secondo quanto suggerisce Angela Quaquero, componente dell’esecutivo nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Per i più piccoli bisognerebbe invece puntare sui fattori positivi del gioco e della protezione, evitando la dimensione punitive.
“È molto importante fare discorsi diversi a seconda dell’età. Fino ai 5 anni è molto efficace il gioco simbolico: mettere la mascherina al pupazzetto, lavare le mani alla bambola, insomma giocare con le regole“, spiega la psicoterapeuta Isabella Continisio, dell’Università di Napoli Federico II.