Una frattura che non si chiude. Anzi, sembrerebbe peggiorare la polemica. J.K. Rowling ha deciso di parlare di nuovo e lo ha fatto nel modo che conosce meglio: un lungo post su X. L’autrice di Harry Potter ha attaccato Emma Watson, accusandola di privilegio e ingenuità.
J.K. Rowling è polemica con Emma Watson
Non una novità, ma un ritorno a una polemica che dura da anni. Dal 2020 per la precisione, quando J.K. Rowling aveva pubblicato i primi commenti sulla comunità transgender, giudicati da molti transfobici. “Solo chi nasce donna può definirsi tale”, aveva scritto.
Da lì il muro. Gli attori della saga, Emma Watson in testa, si erano schierati contro di lei. Daniel Radcliffe, Rupert Grint, la maggior parte del cast. Watson in particolare aveva commentato: “Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la loro vita senza essere messe in discussione”. Una frase riportata allora dal Guardian e che aveva fatto il giro del mondo.
Ora Rowling torna all’attacco. Nel suo ultimo intervento su X non ha usato mezze misure: “Come altre persone che non hanno mai sperimentato la vita adulta senza l’ombra di ricchezza e fama, Emma ha così poca esperienza della vita reale che ignora quanto sia ignorante”. Un colpo diretto.
Nello stesso post, Rowling ha rivendicato il diritto di non dover sottostare al giudizio degli attori che hanno interpretato i suoi personaggi: “Non mi spetta l’eterno consenso di nessun attore che abbia interpretato un personaggio da me creato. L’idea è ridicola”. La scrittrice, già nel 2020, aveva detto di non poter perdonare chi l’aveva contrastata. Perché? Perché a suo avviso avevano “abbracciato un movimento intenzionato a erodere i diritti delle donne”.
Ma c’è di più. Rowling ha ricordato anche episodi personali, dettagli che suonano quasi come accuse. “Emma mi aveva fatto recapitare un biglietto scritto a mano con la frase: mi dispiace tanto per quello che stai passando. Accadeva nel periodo in cui ricevevo minacce di morte, di stupro, di tortura. Eppure, nello stesso tempo, lei gettava benzina sul fuoco”.
Un intreccio di memoria e rancore. Un racconto che sembra uscito dalle pagine di un diario privato più che da una dichiarazione pubblica.
J.k. Rowling, le interviste e la frattura mai sanata?
Emma Watson, in un’intervista recente al podcast On Purpose With Jay Shetty, aveva tentato un’apertura. Lo aveva fatto con parole misurate, quasi concilianti: “Apprezzo l’esperienza lavorativa con Rowling. Non credo che la mia gratitudine debba annullarsi per le nostre divergenze. Posso amare Jo e allo stesso tempo non condividere le sue opinioni”.
Un tono diverso, certo. Ma evidentemente non sufficiente per riavvicinare le due. Anzi, sembra aver riacceso la polemica dell’autrice. J.K. Rowling ha scritto che sospetta un cambio di strategia: “Forse Emma si è resa conto che condannarmi non è più così di moda”.
E ancora, l’affondo più duro: “Non avrà mai bisogno di un rifugio per senzatetto. Non verrà mai messa in un reparto misto di ospedale pubblico. Non capirà mai cosa significhi non avere privilegi. Io non ero milionaria a quattordici anni. Ho vissuto in povertà mentre scrivevo i libri che l’hanno resa famosa”.
Parole amare, intrise di risentimento. Che raccontano molto più di una divergenza politica.
Secondo quanto riportato dalla BBC, la frattura con gli attori di Harry Potter è diventata un caso internazionale di rappresentanza e diritti. Una battaglia di dichiarazioni. Di post. Di interviste. Watson, Radcliffe, Grint da una parte. Rowling dall’altra, con milioni di follower a seguirla in ogni nuova presa di posizione.
E allora la domanda sorge spontanea: è solo una questione di diritti o anche di potere? Perché la scrittrice continua a rivendicare un’esperienza vissuta “dal basso”, fatta di difficoltà, mentre accusa i suoi ex attori di parlare da un piedistallo di privilegi. Una contrapposizione che sembra avere giustamente necessità di un confronto forse più moderato per poter poi ritrovare il dialogo.