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In scena Maurizio Merolla in "Sansevero, noli me tàngere"

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Napoli - Da venerdì 28 a domenica 30 marzo all'Ex Ospedale Pace, proseguono gli appuntamenti del progetto “Millarcum” di Ilio Stellato e Maurizio Merolla con il secondo quadro della trilogia. Dopo le vicende del principe Carlo Gesualdo di Venosa, di Maria d’Avalos e di Fabrizio Carafa nar...

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Napoli – Da venerdì 28 a domenica 30 marzo all’Ex Ospedale Pace, proseguono gli appuntamenti del progetto “Millarcum” di Ilio Stellato e Maurizio Merolla con il secondo quadro della trilogia. Dopo le vicende del principe Carlo Gesualdo di Venosa, di Maria d’Avalos e di Fabrizio Carafa narrate in “Delirio d’un amore antico”, che ha calamitato l’attenzione del numerosissimo pubblico accorso alle repliche, arriva “Sansevero, noli me tàngere”. In “Sansevero, noli me tàngere” i destini e le vite dei personaggi si incrociano, si intrecciano nella ricostruzione fantastica di una notte in cui bussa a palazzo Sansevero il Santo Uffizio che intende porre fine agli esperimenti blasfemi di Raimondo de Sangro, che tenta di penetrare i segreti “de lo creato”. Ma la Santa Inquisizione a Napoli ebbe vita molto difficile. Il popolo partenopeo scaramantico e superstizioso non accettò mai la “caccia alle streghe”. Il principe, quindi, scampa il rogo e come epilogo di questa notte immaginaria, consegna un tesoro a Mariangela Ardinghelli, figura che ricopre anche il ruolo di collaboratrice, consigliera e forse amante di de Sangro. Non si tratta di monete e gioielli, bensì di scritti e appunti dello stesso Raimondo, che non vuole cadano in mani nemiche. Mariangela Ardinghelli, nobile decaduta ma di alta cultura scientifica, fu una donna molto apprezzata a livello europeo. Raimondo de Sangro, principe di Sansevero, è stato uno dei personaggi più misteriosi del ‘700 napoletano e molto conosciuto anche in letteratura. Il suo nome, legato alla famosissima cappella omonima, evoca da sempre esoterismo, alchimia e mistero. Il principe fu uomo di scienza, alchimista e grande amante dell’arte, nonché massone. La Chiesa lo riteneva un “discolo” da tenere d’occhio, la monarchia borbonica invece ne apprezzava molto l’ingegno. Al giovane scultore Giuseppe Sammartino fu affidata da de Sangro l’opera del Cristo velato, progettato in precedenza da un altro grande scultore, Antonio Corradini. Il Sammartino fu chiamato a sostituire il Corradini, morto mesi prima, proprio in casa de Sangro. L’evento “Sansevero, noli me tàngere” continua il progetto più ampio che ha come scopo quello di far riviere i personaggi di Napoli nei luoghi in cui hanno realmente vissuto. Protagonisti della rievocazione sono Maurizio Merolla, che ne firma anche la regia e la direzione artistica, Marcella Vitiello, Gaetano Battista, Assunta De Falco, Ciro Grano, Fedele Canonico, Annalisa Arbolino, Antony Delle Donne. L’accompagnamento musicale è eseguito da Giancarlo Sanduzzi e Andrea Sensale, mentre le coreografie sono di Carla Borriello. L’evento si avvale dei seguenti patrocini: Regione Campania, Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli. Si ringrazia la IV Municipalità del Comune di Napoli per gli spazi concessi.

Calendario spettacoli:

venerdì e sabato ore 21.00

domenica ore 17.30

info 081.5643978 – 340.4230980

contributo associativo in sede