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Incidente a Mestre, il racconto di due operai: "Abbiamo tirato fuori almeno tre o quattro persone"

Il racconto di due operai eroi dopo l'incidente di Mestre

Gli eroi dei soccorsi alle vittime dell'incidente di Mestre sono due operai africani, che hanno dato il loro aiuto.

Gli eroi dei soccorsi alle vittime dell’incidente di Mestre sono due operai africani, che hanno dato il loro aiuto nel momento più drammatico.

Incidente a Mestre, il racconto di due operai africani: “Abbiamo tirato fuori almeno 3 persone”

Un operaio nigeriano e uno gambiano sono gli eroi dei soccorsi alle vittime dell’incidente avvenuto a Mestre, dove un autobus è precipitato dal cavalcavia. Godstime Erheneden, 30enne nigeriano, e Boubacar Tourè, 27enne gambiano, sono stati i primi a lanciarsi tra i rottami in fiamme dell’autobus per salvare le persone che erano rimaste intrappolate. I due hanno raccontato di aver aiutato i vigili del fuoco a portare fuori dal bus quattro persone, tra cui una bambina, e anche un cagnolino. Sono due operai della Fincantieri che, terminato il loro turno di lavoro, hanno visto in diretta la scena dello schianto dalla finestra di casa e sono corsi verso il bus incendiato, perché volevano dare una mano. “Quando siamo entrati abbiamo visto subito l’autista, era morto. Mi sono caricato sulle spalle una donna, poi ho portato fuori un uomo” ha raccontato Erheneden, che è poi tornato dentro il pullman.

Incidente a Mestre, il racconto di due operai africani: “Tutti quei corpi, tutti quei morti. Sono ancora nella mia testa”

L’uomo ha dichiarato di aver sentito una donna che urlava my daughter” e allora si è lanciato di nuovo sul pullman. “Ho visto questa bambina, avrà avuto forse due anni. Mi è sembrato di stringere mio figlio tra le braccia. È stato tremendo, non so se sia sopravvissuta” ha raccontato l’operaio, sottolineando che pensa sia ancora viva ma quando sono arrivati i soccorsi sono stati allontanati e quindi non sa cosa è successo dopo. Boubacar Tourè ha raccontato anche di aver “provato a spegnere il fuoco, ma non ce l’ho fatta”. Godstime nella concitazione ha perso anche l’unico paio di scarpe che aveva e ha dichiarato che non riesce ancora a credere all’accaduto. “Tutti quei corpi, tutti quei morti. Non so dirvi quanto fossero, erano tanti. E poi le urla, i pianti. Sono ancora nella mia testa, ce li ho ancora davanti agli occhi” ha dichiarato.