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L'Iran annuncia lo stop alla guerra. Israele: “Rispetteremo la tregua finché lo farà Teheran”

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Il presidente iraniano Pezeshkian dichiara conclusa la “guerra dei 12 giorni imposta" al Paese. Immediata la risposta di Israele.

Dopo dodici giorni di tensione e bombardamenti, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha annunciato ufficialmente la fine del conflitto che ha coinvolto il Paese, definendolo una “guerra imposta”. Le sue parole, pronunciate con toni duri ma distensivi, hanno immediatamente innescato una reazione da parte di Israele, che ha ribadito la volontà di rispettare la tregua a condizione che Teheran faccia altrettanto.

La situazione resta delicata, con la comunità internazionale che osserva da vicino l’evolversi degli eventi.

Le prime parole di Netanyahu dopo il cessate il fuoco

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, in una dichiarazione rilasciata ai media poche ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco con l’Iran, ha affermato che l’operazione militare ha rappresentato una vittoria destinata a durare per generazioni. Secondo Netanyahu, se Israele non fosse intervenuto in quel momento, avrebbe presto affrontato una minaccia esistenziale. Ha sostenuto che grazie all’azione intrapresa sono state neutralizzate due gravi minacce: quella di un attacco con bombe nucleari e quella rappresentata da 20.000 missili balistici.

“Per decenni ho promesso che l’Iran non avrebbe avuto armi nucleari e, grazie alle operazioni brillanti condotte dai nostri combattenti, abbiamo annientato il progetto nucleare iraniano. E se qualcuno tenterà di ricostruirlo, agiremo con la stessa determinazione e potenza per stroncare ogni tentativo. L’Iran non avrà armi nucleari“.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ringraziato a nome dei cittadini di Israele il presidente Donald Trump e gli Stati Uniti per il loro ruolo nella difesa di Israele e nella rimozione della minaccia nucleare iraniana, definendo il coinvolgimento americano un evento storico senza precedenti. Ha sottolineato che questo risultato è frutto di uno sforzo diplomatico guidato insieme al ministro Ron Dermer e ha riconosciuto Trump come il miglior alleato di Israele alla Casa Bianca, evidenziando l’importanza di questa collaborazione per la sicurezza nazionale e regionale.

Alle famiglie degli ostaggi dico: non abbiamo mai smesso, nemmeno durante la guerra, di impegnarci per riportare a casa tutti i nostri ostaggi e non cesseremo questa sacra missione finché non sarà completata. Alle famiglie colpite dal lutto: I vostri cari, i nostri eroi, non sono caduti invano, perché il loro coraggio e il loro sacrificio ci hanno permesso di spezzare l’asse iraniano. Senza i grandi successi, non saremmo stati in grado di raggiungere Teheran”.

L’Iran annuncia la fine del conflitto. Israele: “Rispetteremo la tregua finché lo farà Teheran”

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha annunciato la fine della “guerra dei 12 giorni imposta” al suo Paese, attribuendone la responsabilità a Israele. In un messaggio rivolto alla nazione e diffuso dall’agenzia Irna, Pezeshkian ha dichiarato:

“Oggi, dopo l’eroica resistenza della nostra grande nazione, che sta scrivendo la storia con la sua determinazione, assistiamo all’instaurazione di una tregua e alla fine di questa guerra di 12 giorni, imposta dall’avventurismo e dalle provocazioni di Israele”.

In risposta, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che Israele rispetterà il cessate il fuoco “finché lo farà anche l’altra parte”. La dichiarazione è giunta al termine di un colloquio con il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, durante il quale Gallant ha espresso gratitudine per la “coraggiosa decisione” del presidente Donald Trump di agire congiuntamente contro la minaccia nucleare iraniana. Hegseth, da parte sua, ha elogiato l’IDF per i “successi storici” ottenuti, e i due hanno concordato di rafforzare la cooperazione in ambito sicurezza tra Stati Uniti e Israele.

L’analisi dei danni provocati dagli attacchi a tre siti nucleari iraniani, condotti dagli Stati Uniti, è ancora in corso. Le prime valutazioni dell’intelligence americana — riportate in esclusiva dalla CNN — sembrano smentire le dichiarazioni di Trump secondo cui gli impianti di arricchimento sarebbero stati “completamente e totalmente annientati”. Secondo fonti vicine alla Defense Intelligence Agency (DIA), le scorte di uranio arricchito dell’Iran non sarebbero state distrutte e la maggior parte delle centrifughe risulta ancora operativa. L’attacco, quindi, avrebbe soltanto ritardato il programma nucleare iraniano di alcuni mesi, secondo quanto riferito da una fonte interna.

A seguito delle indiscrezioni pubblicate da CNN e New York Times, l’ex presidente Trump ha accusato entrambi i media di voler minimizzare uno degli “attacchi militari di maggior successo della storia”, ribadendo che i siti nucleari in Iran sarebbero stati “completamente distrutti”.