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Istat, lavoro: in Italia almeno 1,7 milioni di giovani Neet

I dati Istat sul lavoro

Gli indicatori del benessere dei giovani, in Italia, sono ai livelli più bassi in Europa. I dati Istat sul lavoro.

Gli indicatori del benessere dei giovani italiani sono ai livelli più bassi in Europa. In Italia ci sono almeno 1,7 milioni di giovani Neet.

Istat, lavoro: in Italia almeno 1,7 milioni di giovani Neet

Gli indicatori del benessere dei giovani italiani sono ai livelli più bassi in Europa. Nel 2022 quasi un ragazzo su due tra i 18 e i 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione. Secondo l’Istat, la dimensione con maggiori difficoltà è quella del lavoro e dell’istruzione. Circa 1,7 milioni di giovani, un quinto di chi ha tra 15 e 29 anni, non studia, non lavora e non segue percorsi di formazione (Neet). Una quota sopra la media Ue e più bassa solo alla Romania. Il fenomeno dei Neet interessa in misura maggiore le ragazze (20,5%) e, soprattutto, i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9%) e gli stranieri (28,8%). È un fenomeno che si associa a un tasso di disoccupazione giovanile elevato (il 18%, quasi 7 punti superiore a quello medio europeo), con una quota di giovani in cerca di lavoro da almeno 12 mesi tripla (8,8%) rispetto alla media europea (2,8%). Circa un terzo dei Neet (559 mila) è disoccupato, nella metà dei casi da almeno 12 mesi (il 62,% nel Mezzogiorno, contro il 39,5% nel Nord). Mentre quasi il 38 % dei Neet (629 mila) non cerca lavoro né è disponibile a lavorare immediatamente. Oltre tre quarti dei Neet vivono da figli ancora nella famiglia di origine e solo un terzo ha avuto precedenti esperienze lavorative, un valore che varia tra il 6,8% per chi ha meno di 20 anni, il 46,7% per chi ha 25-29 anni.

Istat, lavoro: salari inferiori alla media, 3,6 milioni di occupati in meno e abbandono della scuola

I lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro l’anno in meno della media degli europei e oltre 8 mila in meno della media dei tedeschi. La retribuzione media annua lorda per dipendente è pari a quasi 27 mila euro, inferiore del 12% a quella media Ue e del 23% a quella tedesca, nel 2021, a parità di potere d’acquisto. La popolazione in età da lavoro nel 2041 si ridurrà di oltre il 12%, secondo le previsioni dell’Istat nel rapporto annuale con una possibile perdita di 3,6 milioni di occupati. Sul territorio, l’entità della riduzione sia delle fasce in età di lavoro sarà maggiore nel Mezzogiorno (in Basilicata si stima una contrazione del 30%), mentre il Centro-Nord sarà favorito dalla dinamica migratoria in ingresso.

L’11,5% ha abbandonato la scuola senza tenere diploma superiore nel 2022. L’incidenza degli abbandoni è superiore di oltre 4 punti tra i maschi rispetto alle femmine e, sul territorio, sfiora il 18 per cento nelle Isole. Inoltre in Italia, nel 2021 il tasso di espatrio per i laureati di 25-34 anni è pari al 9,5 per mille tra gli uomini e al 6,7 per mille tra le donne. Tra il 2012 e il 2022, la quota di giovani tra 25 e 34 anni che hanno conseguito almeno un titolo di studio secondario superiore è cresciuta di 6 punti percentuali, raggiungendo il 78 per cento. Questa rimane però ancora di 7,4 punti al di sotto della media europea.