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Johnson & Johnson sospeso, l'epidemiologa Salmaso: "Rischi minimi, un caso su un milione"

Stefania Salmaso

L'epidemiologa Stefania Salmaso ha commentato la decisione di bloccare il vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti.

Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, che ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità, ha commentato su Fanpage.it la decisione di bloccare il vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti. 

Johnson & Johnson sospeso: le parole dell’epidemiologa

Anche se fosse confermata la presenza di questi eventi, ciò non cambia minimamente i rischi che abbiamo già calcolato e che sono esigui” ha spiegato Stefania Salmaso, commentando la decisione delle autorità sanitarie americane di fermare momentaneamente la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson, che sta arrivando in Italia proprio in queste ore. “Stiamo parlando sempre di numeri molto esigui, di un caso ogni milione di dosi somministrate quindi seppure l’informazione sia dovuta, è anche vero che il rischio connesso è molto ridotto e non comparabile a quello di ospedalizzazioni e di morte per Covid” ha aggiunto l’epidemiologa, sottolineando che quelle annunciate dalle autorità sanitarie sono le stesse cifre che abbiamo osservato per AstraZeneca. Quanto è successo con AstraZeneca in Europa è arrivato fino agli Stati Uniti e in base alle osservazioni loro hanno deciso di approfondire. Si tratta di un blocco precauzionale, proprio come accaduto in Europa, e anche loro alla fine potrebbero decidere di usare il vaccino per fasce d’età, visto che i casi segnalati di reazioni avverse riguardano donne di età inferiore ai 60 anni.

Per quanto riguarda le conseguenze che la decisione di CDC e FDA potrebbe avere in Europa e in Italia, l’epidemiologa ha spiegato che “è prematuro fare previsioni sul piano di vaccinazioni, che negli ultimi mesi nel nostro Paese ha già subito una serie di aggiustamenti dovuti sia ai ritardi nelle forniture che all’aggiornamento dei dati scientifici“. Ha aggiunto che se dovesse essere confermata la presenza di questi eventi avversi non cambierebbe i rischi che sono già stati calcolati e che sono esigui. Salmaso ha spiegato che lo scopo principale della campagna vaccinale non è l’immunità di gregge, ma la protezione dei soggetti più vulnerabili per ridurre il numero di decessi e casi gravi. In seguito si penserà alle fasce di età più giovani. “Ricordiamo che ancora oggi circa la metà di chi è ricoverato in terapia intensiva ha un’età superiore ai 68 anni e dobbiamo proteggere questa fascia di persone a tutti i costi” ha aggiunto.