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L'addio del direttore di un Pronto soccorso: "Siamo un sacco da prendere a pugni"

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Il direttore di un Pronto soccorso milanese ha lasciato per la situazione ingestibile: secondo lui il futuro sanitario in Italia è privato.

Il discorso d’addio del direttore del Pronto soccorso dell’ospedale privato San Giuseppe, è una critica all’ingestibile situazione sanitaria milanese e nazionale.

L’emergenza per la situazione sanitaria a Milano 

Marco Bordonali, 58 anni, ex direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale privato San Giuseppe di Milano, ha spiegato i motivi per cui ha abbandonato la carriera in Pronto soccorso nel capoluogo Lombardo:

«(Milano) è una piazza ormai diventata ingestibile dove siamo sovraccaricati di lavoro, con pochi mezzi a disposizione, pressati da una popolazione numerosa ed esigente, a rischio continuo di denunce e aggressioni dei cittadini. Siamo un sacco da prendere a cazzotti».

A breve – ha annunciato – prenderà servizio, con lo stesso incarico, nell’ospedale di Erba, in provincia di Como, dove la situazione dovrebbe essere più tranquilla.

Un sistema in collasso da ormai diversi anni

Il dottor Bordonali parla di una trasformazione da Pronto soccorso a grande ambulatorio: un processo iniziato ormai quasi 5 anni fa, ma che ha avuto un’impennata con il Covid, che ha mostrato tutte le carenze del sistema sanitario italiano.

«Così come è ora il pronto soccorso non è un più un servizio d’urgenza ma un posto dove viene la gente che non sa dove andare perché la medicina del territorio non funziona. I medici di base ricevono le persone dopo troppi giorni da quando ne avrebbero bisogno, gli esami clinici richiedono attese lunghissime e non ci sono strutture intermedie dove mandare chi ne avrebbe bisogno. È del tutto assente la rete di sostegno domiciliare. La conseguenza è che il sistema è stato completamente sovvertito: quello che dovrebbe essere il posto finale dove mandare il paziente, solo in caso di emergenza, diventa il primo».

Il futuro della sanità in Italia

Una situazione tragica, con le sole eccezioni di Toscana ed Emilia-Romagna, dove il sistema sembra girare in maniera un po’ più fluida. E in questo scenario, secondo Bordonali, il futuro della Sanità in Italia sembra scritto:

«È ovvio che la sanità sia in perdita. O provi a rivedere i “consumi”, per esempio toccando i medici di base che costano tantissismo ma rendono poco, oppure l’unico futuro possibile è quello della assicurazioni private. Tanto la sanità più bella del mondo non esiste più da un bel po’».