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La Fiat vuole lasciare l'Italia? Marchionne smentisce

trasferimento della Fiat

La Fiat è destinata a lasciare l'Italia? Le voci si rincorrono, ma l'Amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha smentito.

La Fiat (oggi FCA Italy) è una delle aziende che più rappresentano l’identità italiana. Molti dei modelli di automobili prodotti dalla casa automobilistica hanno fatto la storia della cultura e del costume nazionali. È per questo che, ogni volta che si ventila l’ipotesi di un trasloco all’estero dell’azienda, si alzano grandi polveroni e infinite polemiche. Gli indignati al sol pensiero si lanciano a difesa della necessità di mantenere in Italia la Fiat, non solo per i moltissimi posti di lavoro che offre, ma anche perché è un simbolo dell’italianità in generale. Ma che fondamento hanno queste voci di un trasferimento della Fiat? Ci ha pensato l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, a placare gli animi dei più agguerriti. Ecco le sue parole.

Il trasferimento della Fiat

Dopo le voci, sempre più insistenti, che vogliono un trasferimento della Fiat all’estero, ci hanno pensato i vertici aziendali a spiegare la situazione. L’Amministratore Delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ci ha tenuto a smentire nettamente alcune delle dichiarazioni pubblicate negli ultimi tempi dalla stampa, riguardo un fantomatico pensiero, da parte sua e della Fiat, di lasciare l’Italia. Il discorso dell’ad ha escluso trasferimenti, ricordando, però, l’internazionalità del marchio. Marchionne, amministratore delegato del gruppo FCA Italy dal 2004, sembra voler concludere il suo mandato a breve, nel frattempo, però, si è espresso sulla questione.

Le parole di Marchionne

Marchionne ha risposto contestualmente, chiudendo, così la questione: “La Fiat è una multinazionale. Gestiamo attività in tutte le parti del mondo. Abbiamo attività economiche ed industriali al di fuori dell’Italia. Vendiamo macchine in Brasile, in Cina, in America, in Messico. La cosa importante è la sopravvivenza della Fiat che non può essere messa in discussione. Ci abbiamo messo otto anni per rimetterla in piedi, abbiamo creato un’alternativa con Chrysler e non possiamo metterla in dubbio. Chiunque pensa di condizionare la Fiat si sbaglia”. Con ciò sembra voler contestualizzare le parole di migrazioni all’estero dell’azienda, inserendole in un contesto di multinazionalità.

Fiat e Chrysler

La storia recente della Fiat ci racconta di notevoli cambiamenti interni. Dopo un periodo di crisi dell’azienda, è stato effettivamente Sergio Marchionne a portare nuove sfide e a rilanciare il marchio, soprattutto all’estero. È sotto la sua guida, infatti, che, attraverso una serie di step intermedi, l’azienda ha acquistato anche il marchio americano della Chrysler, per inserirlo all’interno del più ampio gruppo FGA. Il completamento dell’affare, iniziato nel 2009 con un’acquisizione del 20%, si è concluso nel 2014 dando vita a Fiat Chrysler Automobiles, rinominato FCA Italy. È proprio nel contesto di questa spinta internazionale, che vanno inserite le parole di Marchionne. Per adesso, dunque, non sembrano essere previsti altri cambiamenti. Staremo a vedere, comunque, se ci saranno altri sviluppi nella vicenda.