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La Lega votò 'Salva Benetton', Salvini: "Pd taccia"

La Lega votò 'Salva Benetton', Salvini: Pd taccia

Il Pd risponde alle accuse M5s: il 'Salva Benetton' fu votato dalla Lega nel 2008. Salvini: la concessione? Un errore, ma il Pd taccia.

Nel 2008 la Lega con Berlusconi aveva votato il ‘Salva Benetton’, un pacchetto di concessioni alla società Autostrade. A pochi giorni dal funerale per i morti del ponte Morandi, a Genova, i pentastellati accusano il Pd di aver aiutato la famiglia Benetton, principale azionista di Autostrade. I democratici rispondono: il ‘Salva Benetton’ fu votato dalla Lega nel 2008. Salvini incassa il colpo: la concessione fu un errore, ma il Pd dovrebbe tacere. Per il Ministro dell’Interno l’errore è di chi ha verificato per tanti anni prima del governo Conte.

Salvini e il ‘Salva Benetton’

“Un buon silenzio sarebbe opportuno”. Matteo Salvini rimbecca il Partito Democratico, reo di aver a sua volta respinto le accuse del M5s di aver dato concessioni alla società Autostrade. Il governo Conte ha stabilito che le concessioni saranno tolte completamente, e i pentastellati vanno all’attacco. Nel mirino ci sono i democratici, ma il Pd non ci sta e respinge le accuse. “Matteo Salvini votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton’, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria“, ha commentato la deputata Debora Serracchiani in un tweet. La democratica non si ferma qui: nel suo post ha pubblicato anche un’immagine che riepiloga la votazione al ‘Salva Benetton’. Nell’immagine si può vedere chiaramente il voto favorevole di Matteo Salvini.

Il fair play del Pd

Il Ministro dell’Interno non nega la sua adesione, ma si chiude a riccio nella solita linea de ‘la colpa è di chi amministrava prima’. Strategia efficace fin dai tempi di Marco Tullio Cicerone, ma che pone su un’altra luce l’attacco dei pentastellati: più fake news, che accuse fondate. Nonostante ciò, il governo non mostra il fianco all’opposizione, anche a fronte dei fischi nei confronti dei rappresentanti Pd ai funerali di Genova. I democratici non vogliono però capitolare: dopo la Serracchiani si è aggiunto anche Piero Fassino e Matteo Renzi. Proprio l’ex numero 1 del Pd ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui esorta il partito ha smetterla con il fair play, con il “tirare di fioretto”, ma è “Arrivato il momento di ribattere colpo su colpo” e soprattutto “di non lasciargliene passare una”.

Il ‘Salva Benetton’

Per portare un po’ di luce sulla questione bisogna guardare il pomo della discordia: il cosiddetto ‘Salva Benetton’. Secondo la ricostruzione fatta dall’agenza di stampa Agi, il governo Prodi aveva allungato la concessione ad Autostrade per l’Italia, ma obbligando i concessionari a rigorose verifiche periodiche. Con il voto della Lega e di Salvini, quell’obbligo di verifiche sparisce: rimane solo l’allungamento della concessione. L’articolo 8-duodecies, facente parte dell’emendamento, prevedeva l’approvazione per legge di tutte le nuove convenzioni con i concessionari autostradali già sottoscritte da Anas (proprietaria) con le società concessionarie come Autostrade per l’Italia, ma che ancora non avevano ricevuto il parere favorevole di Nars, Cipe e 8 commissioni parlamentari.

Tra i partiti, il braccio di ferro sulle responsabilità è ancora aperto, mentre il colosso di macerie del ponte Morandi svetta sulla città di Genova, triste simbolo di una tragedia ancora inspiegabile.