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Le città fantasma della Sicilia

BORGO DELLA CUNZIRIA1

Luoghi abbandonati: ecco cosa succede quando ci si trova in uno dei posti più sperduti e difficilmente conoscibili al mondo. Viaggio alla scoperta delle città fantasma della Sicilia. Il silenzio delle case abbandonate, ma anche il suono del cigolio delle porte. Il vento che sbatte sui vetri rott...

Luoghi abbandonati: ecco cosa succede quando ci si trova in uno dei posti più sperduti e difficilmente conoscibili al mondo.

Viaggio alla scoperta delle città fantasma della Sicilia.

Il silenzio delle case abbandonate, ma anche il suono del cigolio delle porte. Il vento che sbatte sui vetri rotti e tutt’intorno il profumo dei limoni e della natura lasciata ormai incontaminata. Tutto ciò lo si può trovare in Sicilia, la terra amata dagli stilisti come set fotografico ma anche dai registi per creare trame con paesaggi rurali e ormai disabitati. Questo articolo sarà un viaggio nelle città ormai lasciate abbandonate.

Ecco alcuni esempi tutti da scoprire:

CUNZIRIA – VIZZINI (CT): zona industriale ottocentesca ormai divenuta archeologica che ospitava un centinaio di persone che lavoravano e abitavano nelle zone di Contrada Masera. Essa comprendeva la chiesetta di Sant’Eligio e una quarantina di case su più livelli che favorivano la seccatura delle pelli lavorate in quanto la zona era famosa per l’attività di conciatura del cuoio. La zona era stata abbandonata dopo rivoluzione industriale e i problemi economici che aveva portato, lasciando il borgo disabitato e luogo abusivo di allevatori e coltivatori.
Adesso il borgo è della proprietà di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini ed è in restauro per la salvaguardia del patrimonio storico. La zona è famosa anche per essere stata la residenza di Giovanni Verga e luogo di riferimento per le sue novelle.

BORGO LUPO – MINEO (CT): questo villaggio fu costruito tra il 1949 e il 1941 su progetto degli ingegneri Marino e rimanda al nome di Pietro Lupo, importante per aver ricevuto la medaglia d’oro per il valore militare.
Il villaggio era composto da 15 edifici che subirono un forte degrado e fu tentato di ristrutturare tra il 1958 e 1961.

BORGO MILÈ – (ME): si trova nel Parco di Nebrodi nei pressi di Galati Mamertino, in provincia di Messina ed è un villaggio agricolo ormai dimenticato. Si trova nascosto dalla vegetazione ed è costituito da un gruppo di case di pietra su due piani di cui uno per gli animali e l’altro come abitazione degli allevatori. Particolare da notare è anche la presenza di un mulino ad acqua.

BORGO RAJU (ME): stabilimento abitato di 400 abitanti nella frazione del comune di Fondachelli Fantina. Divenne abbandonata dopo l’alluvione del 1972 che causò l’esondazione del torrente Fantina che portò gravissimi danni nella parte bassa del paese.

BORGO SCHIRÒ (PE): borgo che visse il suo massimo splendore tra gli anni ’40 e ’50 con circa cento abitanti. A fine anni ’50 iniziò il suo declino, fino a rimanere disabitato.

GIBELLINA (TP): centro storico che venne distrutto dal terremoto del 15 gennaio 1968 e che provocò 1150 vittime, 98mila senzatetto e 6 paesi distrutti nella valle del Belice. Sulle macerie del sisma, Alberto Burri ha fatto realizzare il “Grande Cretto”. Le macerie dell’opera furono distrutte con l’aiuto dell’esercito, tenuto insieme da una rete metallica sulla quale fu colato cemento bianco. L’opera ricorda un enorme labirinto.

POGGIO REALE (TP): città che venne distrutta dopo la violenta scossa di terremoto del 1968. Siccome la città non venne restaurata, pian piano venne completamente disabitata.

VILLA SCHISINA (ME): villaggio situato nelle vicinanze di Francavilla in provincia di Messina. Il villaggio stato costruito nel 1950, ma poco dopo fu assegnato ai contadini che ne avrebbero fatto richiesta con la Riforma Agraria voluta dall’Ente della Sicilia. Presto il villaggio fu disabitato.