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Massimo Giletti sotto scorta: 'Mi hanno lasciato solo'

Massimo Giletti

Massimo Giletti è sotto scorta in seguito alle minacce del boss Filippo Graviano. Parla lui.

Massimo Giletti è sotto scorta in seguito alle minacce del boss Filippo Graviano, scoperte grazie ad un articolo de L’Espresso. Il conduttore di Non è l’arena, su La7, è finito nel mirino della mafia per le sue inchieste sulle scarcerazioni facili dei mafiosi durante il lockdown per il coronavirus. Il giornalista ora sta vivendo una situazione davvero molto difficile e si è sfogato in un’intervista a Repubblica.

Massimo Giletti sotto scorta

Mi hanno lasciato solo, ecco perché è finita così” ha spiegato Massimo Giletti. “Non posso entrare nei dettagli: mi hanno comunicato che avrei avuto la scorta. So che ormai devo affrontare un nuovo modo di vivere, che mi piaccia o no” ha aggiunto. Il giornalista deve abituarsi a questa nuova condizione, con tutta l’ansia che ne deriva. “Devi vivere senza pensarci, se no diventi prigioniero di un labirinto dal quale rischi di non uscire” ha spiegato, aggiungendo che non ci riesce, anche se il sole e il cielo stellato lo aiutano molto. “Se fossimo stati in tanti ad affrontare con forza questi argomenti, non sarei diventato un obiettivo. Pago il fatto di essere stato solo. Però mi ha fatto piacere che Urbano Cairo mi abbia chiamato e mi abbia detto: Io sono sempre con lei” ha spiegato Giletti.

Ho provato molta tristezza quando ho sentito Marco Travaglio definire la mia trasmissione un covo di mitomani. Ho ospitato magistrati come Nino Di Matteo, Catello Maresca, per me è inaccettabile. Quando Filippo Graviano, intercettato a maggio in un carcere di massima sicurezza, dice: Giletti ha scassato la minchia, dando fastidio al ministro che fa solo il suo lavoro non ho visto un atto di solidarietà pubblico. Graviano è l’uomo più intelligente della mafia, non è un boss qualsiasi. È intollerabile che un ministro non risponda. Sono sotto scorta anche per questo” ha concluso Massimo Giletti, andando contro Travaglio e Alfonso Bonafede.