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Lo stupore di Mattarella per l’interpretazione del Ddl sul divieto di rielezione

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella

Lo stupore di Mattarella per l’interpretazione del Ddl sul divieto di rielezione che sembra quasi asseverare un suo secondo mandato di transizione

Lo stupore di Sergio Mattarella per l’interpretazione del Ddl, indicato come “un piano del Pd” sul divieto di rielezione del Capo dello Stato sta tutto in quello che bizantinamente quel decreto potrebbe realizzare. Cosa? Semplice e contorto al tempo stesso: asseverando una legge che impedisca un secondo mandato ad un Presidente già eletto ma chiedendo esattamente per quel motivo ad un presidente già eletto di farsi rieleggere il tempo giusto per varare la legge che blocchi la seconda elezione.

Lo stupore molto più simile al malumore di Mattarella per l’interpretazione del Ddl rielezione

In Italia le cose semplici non sono mai state di moda e dal Quirinale fanno sapere che “c’è stupore”. C’è proprio per alcune “libere” interpretazioni emerse dopo la presentazione del disegno di legge dei senatori del Pd Zanda e Perrini. Il Ddl vorrebbe inserire nella Costituzione il divieto di rileggibilità del Capo dello Stato e l’abolizione del semestre bianco

L’Italia e le cose facili che proprio non piacciono: arriva lo stupore di Mattarella per l’interpretazione del Ddl

E quando al Colle con la torretta qualcuno è stupito per una cosa si tratta di un elegante eufemismo per dire che quella cosa non è piaciuta affatto. Ma a cosa punta il disegno di legge ventilato in queste ore? Sostanzialmente a riformare due articoli chiave della Costituzione: il numero 85 e l’88, che si riferiscono rispettivamente alla durata del mandato del presidente della Repubblica e all’impossibilità di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi. Con la nuova legge il mandato del capo dello Stato potrà essere solo uno, di 7 anni. Attenzione: a Sergio Mattarella non urta il Ddl in sé, dato che lui è a sfavore del secondo mandato da sempre, ma le letture di alcuni commentatori. Sarebbero quelle che mettono in pole fra gli intenti dei relatori il piano per convincere Mattarella a fare un bis “a tempo”, fino all’approvazione della riforma, dato che per una ovvia tempistica su una legge che abbisogna di almeno 4 passaggi parlamentari Mattarella ne è attualmente immune. 

Cosa dice il Ddl, che interpretazione ha innescato e come va inteso lo “stupore” di Mattarella 

Ma sul Colle quella speranza di incentivo (anche del Pd che ha lo spauracchio di ritrovarsi Berlusconi al Quirinale voluto da cdx e Renzi) si è fatta deterrente definitivo, secondo i beninformati. Proprio quella riforma, infatti, avrebbe rafforzato nel presidente il proposito di lasciare definitivamente l’incarico entro il 3 febbraio, data della scadenza naturale. Mattarella si è richiamato anche ai precedenti di Segni e Leone che comunque resta un unicum nella storia Repubblicana. L’opinione di Mattarella è netta: lui considera già il doppio mandato di fatto incostituzionale. E il senso è: non provateci nemmeno, a farmi passare per quello che a rimettersi in gioco ci ha pensato. Enrico avvisato…