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Manovra, primo test sui mercati: sale lo spread

Manovra, la risposta dei mercati

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi tocca quota 258. Da Bruxelles si prepara la bocciatura della manovra italiana.

L’apertura dei mercati finanziari segna un primo test per la manovra economica approvata dal Consiglio dei ministri. La giornata si apre con un rialzo dello spread tra Btp e Bund tedeschi fino a toccare i 258 punti. Un aumento rispetto ai 237 raggiunti la sera stessa del Cdm. Il rendimento ha raggiunto quota 3,05%, superando la soglia psicologica del 3%. I mercati internazionali reagiscono così all’accordo raggiunto dal governo sul rapporto deficit-Pil, alzato fino al 2,4% per tre anni (2019, 2020 e 2021).

Bruxelles verso la bocciatura

Il 16 ottobre il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, e il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, si riuniranno per esprimere un parere formale sulla manovra italiana. L’Unione chiederà ufficialmente a Roma di modificare la legge di bilancio se vuole evitare che venga rigettata dall’Europa a causa del peggioramento strutturale del deficit per un totale di 12,6 miliardi di euro. Se il governo italiano si rifiuterà di seguire le indicazioni, il 21 novembre la Commissione potrebbe procedere con la bocciatura definitiva. Il passo successivo sarà la procedura di infrazione sui conti italiani all’inizio del 2019.

I parametri imposti dalla Commissione parlano di un risanamento strutturale del deficit dello 0,6% del Pil, raggiunto attraverso tagli per un totale di 10,8 miliardi. Il ministro Giovanni Tria, a inizio settembre, era riuscito a ottenere da Moscovici un “maxi sconto” di 9 miliardi, purché l’Italia rispettasse la correzione minima dello 0,1% e mantenesse il deficit entro la soglia del 1,6%. Cifre strenuamente difese dal ministro dell’Economia fino al Cdm del 27 settembre.

L’Italia avrebbe dovuto rispettare non solo il 3% previsto dagli accordi di Maastricht, ma anche le norme del 2012 che impongono di portare il deficit verso lo zero. Un risultato che oggi appare ben lontano, con un debito corrispondente al 130% del Pil.