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Marco Bocci sulla malattia: "Non riconosco gli amici, vivo con Google Maps"

Marco Bocci malattia

Marco Bocci parla della terribile malattia che l'ha colpito: non riconosce i volti degli amici e non ricorda le strade.

Ospite de Le Iene, Marco Bocci ha parlato della terribile malattia contro cui combatte da tempo. L’attore non riconosce più i volti degli amici e vive con Google Maps per orientarsi.

Marco Bocci parla della malattia

Marco Bocci, con un monologo portato in scena a Le Iene, ha parlato della malattia che l’ha colpito. L’attore, dopo le polemiche legate alle parole della moglie Laura Chiatti, ha ammesso che non riconosce più i volti degli amici e ha dimenticato aneddoti del passato. Ha esordito:

“Sono sopravvissuto ad un virus raro. Mi ha colpito la parte del cervello che governa la memoria e la parola”.

Il monologo di Marco Bocci sulla malattia

La malattia che ha colpito Marco ha compromesso alcune sue facoltà cognitive. Bocci ha proseguito:

“Oggi non riconosco i volti di amici, e può capitarmi anche di guardare un film per 6 volte prima di accorgermi che l’avevo già visto. Ricordo pochi aneddoti della mia infanzia, tanto che i miei amici mi chiamano, e io rispondo: ‘Ma chi? Ma dove? Ma quando?’… Perché ripeto in continuazione queste domande. Vivo con Google Maps, perché non ricordo le strade dei paesi attorno a dove sono cresciuto, e ho dovuto imparare a fare il mio mestiere in un modo nuovo, studiando il doppio”.

Marco Bocci, nonostante tutto è un uomo felice

La malattia non ha cambiato solo la sua quotidianità, ma anche il suo modo di lavorare. Marco ha proseguito:

“Spesso mi sono sentito ignorante, limitato, danneggiato, perché i ricordi che ci portiamo dietro da una vita ci dicono ogni giorno chi siamo. E allora io, che tanti ricordi non li ho più, oppure li ho, ma corrotti, mischiati all’immaginazione, chi sono veramente? Me lo sono chiesto spesso. Poi ho smesso di cercare. Mi piace immaginare che, anzi, è stato un colpo di fortuna, che nel mio passato ci fosse qualcosa che dovevo assolutamente dimenticare. (…) Oggi con questa scocciatura ho imparato a convivere, anzi, a volte me ne approfitto… Fingo di non ricordare cose che invece ricordo benissimo. (…) Ogni giorno rinasco come un uomo che ha lasciato indietro un pezzo del suo passato, per vivere il presente. Un uomo nuovo e, anche se può sembrarvi strano, un uomo felice”.