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Matteo Messina Denaro in carcere: cosa potrà e non potrà fare

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L'esponente di Antigone Alessio Scandurra spiega le regole del 41-bis a cui dovrà sottostare il boss Matteo Messina Denaro: cosa potrà e non potrà fare

Massima sorveglianza. Nessun contatto con l’esterno. Due ore di socialità al giorno. Sono questi i cardini del regime carcerario previsto dall’articolo 41-bis, a cui il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato sottoposto dall’arresto dello scorso 16 gennaio 2023. L’esponente di Antigone Alessio Scandurra ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste il cosiddetto «carcere duro». Vediamo di che si tratta.

Detenuto nel carcere di L’Aquila

Arrestato a Palermo a seguito di una massiccia operazione condotta dai carabinieri, nella tarda serata di ieri il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato trasferito con un volo militare a Pescara e da lì condotto nell’istituto penitenziaro di L’Aquila, che in passato ha ospitato i nomi di Raffaele Cutulo, Francesco Schiavone e Totò Riina. Stando ad alcune indiscrezioni delle ultime ore, Messina Denaro si trova ora in una cella singola di circa dieci metri quadrati. Per quanto riguarda le sue condizioni di salute – è stato arrestato nella clinica La Maddalena di Palermo, dove si recava con regolarità per curare un tumore –, esse sono ora affidate ai medici della Asl che operano all’interno del penitenziario.

Il «carcere duro», in cosa consiste?

Catalogo di limitazioni volte a ridurre la frequenza dei contatti con l’esterno, al regime del 41-bis sono generalmente destinati gli esponenti di vertice delle organizzazioni criminali. Il motivo: evitare che continuino a comandare anche da dietro le sbarre. Uno strumento preventivo che, per la forma in cui si concretizza, «assume anche un significato repressivo-punitivo ulteriore rispetto allo status di privazione della libertà».