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Milano, ragazza molestata in un'agenzia pubblicitaria: la testimonianza

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Il mondo delle agenzie pubblicitarie di Milano è stato travolto dalle testimonianze di giovani vittime di molestie e violenze.

Il mondo delle agenzie pubblicitarie di Milano è stato travolto dalle testimonianze di molte professioniste che hanno subito molestie, violenze psicologiche e violenze fisiche.

Milano, molestie nelle agenzie pubblicitarie: il racconto di una vittima

Sono tante le testimonianze di professioniste che hanno raccontato di aver subito molestie, violenze psicologiche e violenze fisiche. Tra loro anche Giulia, arrivata a Milano dodici anni fa, che ha raccontato la sua esperienza a Fanpage.it. A 20 anni ha iniziato a lavorare come stagista per Massimo Guastini, famoso pubblicitario. Un giorno ha deciso di partecipare ad un incontro di aggiornamento organizzato da un’altra azienda di comunicazione, prima del quale aveva comunicato con un altro noto pubblicitario tramite Facebook. Il pubblicitario le ha detto che avrebbe partecipato all’incontro e che avrebbero potuto parlare. Il pubblicitario, la sera dell’incontro, si è offerto di darle un passaggio a casa, fuori Milano. La giovane non conosceva bene le strade e non si è resa conto che l’uomo si era recato in un luogo isolato, dove ha tentato approcci sessuali. Lei ha subito manifestato il suo dissenso, ma lui ha continuato a molestarla per diverse ore, prima di riportarla a casa.

Nei mesi successivi ha continuato a scriverle per convincerla delle sue buone intenzioni, specificando che se non fosse stata più gentile non avrebbe mai avuto una carriera. “A Massimo Guastini l’ho detto perché continuavo a ricevere contatti da questa persona. Avevo il terrore di trovarmelo ovunque: fuori dall’agenzia, sotto casa, in qualsiasi contesto che potevo frequentare” ha raccontato la ragazza, spiegando che il suo capo si è subito esposto, rendendo anche pubblica la storia. La ragazza è riuscita a resistere a Milano ancora per un anno, ma ha chiuso i social, i suo blog dedicato alla pubblicità, cercando di dimenticare quella storia. “C’è stato un totale disinteresse anche da parte dalle associazioni di categoria. Sono certa che sapessero” ha sottolineato, confermando che solo il suo capo si è occupato della questione.

Milano, molestie nelle agenzie pubblicitarie: “C’è un clima di omertà”

C’è un clima di omertà. Sono molto dispiaciuta di sapere che ci sono tante altre ragazze vittime di molestie. Io ho continuato a lavorare come libero professionista nell’ambito della pubblicità, ma credo che non sia un problema di settore” ha dichiarato la giovane, sottolineando di averne sofferto molto e di aver fatto psicoterapia. La donna ha spiegato che parlarne era molto difficile, sia per la sua situazione di vulnerabilità ma anche per gli attacchi che si ricevono. “Io non me la sono sentita fino ai giorni scorsi: non riuscivo ad affrontare la situazione, ero terrorizzata, avevo paura. Ne ho anche adesso per la mia incolumità perché non so come queste persone possano reagire” ha aggiunto.

Non sono le vittime che non hanno voluto denunciare. Non lo hanno fatto perché non è stata garantita loro protezione, informazione e sensibilizzazione” ha sottolineato Giulia, spiegando che non bisogna pretendere che siano le vittime a farsi forza e coraggio da sole. “Per una vittima denunciare non è facile soprattutto se si tratta di ragazze giovani, come lo ero io, magari in ruoli meno importanti e che il giorno dopo aver sporto la denuncia sono costrette a tornare sul proprio luogo di lavoro in mezzo ad altri colleghi e in un contesto in cui magari la persona che ha denunciato ha un ruolo di importanza.

La denuncia comporta conseguenze che non sono da poco. E una vittima non può sentirsi dire che dovrà sostenerle tutte e magari da sola” ha aggiunto la donna.