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Morte Diego Armando Maradona, rinviati a giudizio in Argentina otto tra medici e sanitari

Morte Diego Armando Maradona rinviati a giudizio

Rischiano fino a 25 anni di carcere gli otto imputati tra medici e sanitari rinviato a giudizio in Argentina per la morte di Diego Armando Maradona.

Sono stati rinviati a giudizio in Argentina per la morte di Diego Armando Maradona otto tra medici e sanitari che facevano parte dell’équipe che si sarebbe dovuta prendere cura del campione. Gli imputati rischiano di dover scontare fino a 25 anni di reclusione.

Morte Diego Armando Maradona, rinviati a giudizio in Argentina otto tra medici e sanitari

In Argentina, le otto persone accusate della morte di Diego Armando Maradona verranno processate per omicidio volontario con dolo eventuale. A stabilirlo è stata la Camera d’Appello di San Isidro. Tra gli otto imputati figurano il neurochirurgo e medico personale del campione Leopoldo Luque, 41 anni, la psichiatra Agustina Casachov e altri sei operatori dello staff sanitario che assisteva l’ex calciatore.

Qualora gli imputati dovessero essere giudicati colpevoli, dovrebbero scontare tra gli 8 e i 25 anni di carcere. Intanto, è stato riferito che la perizia sulla morte, insorta a seguito di un edema polmonare e insufficienza cardiaca, ha rivelato che Maradona sia stato “abbandonato al suo destino” dall’équipe medica e che sia morto dopo una lenta agonia.

La richiesta della Procura

La morte di Maradona è avvenuta il 25 novembre 2020, nella sua abitazione di Buenos Aires. L’ex calciatore, che al momento della prematura scomparsa aveva appena 60 anni, stava affrontando un ricovero domiciliare per la sua dipendenza da alcol, dopo essersi sottoposto a un intervento di neurochirurgia.

Per quanto riguarda il rinvio a giudizio di medici e infermieri, questo era stato chiesto dalla Procura ad aprile 2022. La richiesta era stata motivata con la convinzione che il Pibe de Oro avesse ricevuto “un’assistenza infermieristica piena di carenze e irregolarità” e avesse “iniziato a morire almeno 12 ore prima delle 12:30 del 25 novembre, presentando segni inequivocabili id un prolungato periodo di agonia”.