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Morto l'alpinista Walter Scarpellini precipitato sul Combin: "La montagna era la tua vita"

Alpi svizzere

Non ce l'ha fatta l'alpinista Walter Scarpellin. Fatale una caduta di oltre 600 metri dal Gran Combin.

A proposito della montagna Erri De Luca disse che “una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso”. È lo stesso brivido che deve aver provato il giovane alpinista Walter Scarpellini, impegnato nell’ennesima scalata (la sua quarantesima all’attivo) e precipitato dopo un volo di 600 metri domenica scorsa, 25 giugno, durante la salita in Svizzera, sul Grand Combin, massiccio montuoso delle Alpi Pennine occidentali, catene che raggiungono il loro picco a 4314 metri.

Morto l’alpinista Walter Scarpellini: fatale una caduta di oltre 600 metri

Walter Scarpellini aveva 42 anni e la passione per la montagna. Tanta fatica per scalare, pochi secondi per vedere la sua vita appesa a un filo, che si è spezzato dopo 7 ore di ricovero nell’ospedale svizzero di Sion.

È precipitato nella zona di Zermatt per circa 600 metri, intorno alle ore 2 di notte, mentre era impegnato nell’ascesa del Grand Combin insieme ai suoi due compagni di cordata. Era partito con loro venerdì scorso.

Il giovane di Zanica, borgo lungo il torrente Morla, in provincia di Bergamo, è stato recuperato ancora vivo e cosciente, ma in condizioni disperate, dopo che i due compagni hanno lanciato l’allarme. Per sette ore ha lottato tra la vita e la morte. Oggi lascia così sua moglie Raffaella Bonalumi e la figlia Greta di 13 anni.

Il moglie: “Hai sempre fatto come volevi tu e io ero il tuo porto sicuro”.

Numerosi i messaggi di cordoglio sui social. Walter era molto amato. “La montagna era la tua vita. Hai sempre fatto come volevi tu e io ti ho sempre incentivato nelle tue missioni. Ero il tuo faro, il tuo porto sicuro. Lo sono sempre stata. Ora illuminerai Greta, la tua stella”.- scrive su Facebook la moglie Raffaella.

Lavorava nel mondo dell’edilizia come rappresentante per la Tomasoni di Ranica, ed era conosciuto con il nomignolo Esse. Un ragazzo brillante e molto sportivo, con i piedi ben saldi in terra; è stato calciatore in a 5 raggiungendo la serie B con il Bergamo e allenava i portieri.

Ma anche con i piedi da scalatore e il sogno di toccare sempre più in alto il cielo, infatti faceva parte della sezione di Treviglio del Club Alpino Italiano di Treviglio, avventurando in ben 40 vette scalate. Tantissime, da esperto vero, fino all’inciampo fatale sul Gran Combin.

La dinamica dell’incidente non è ancora chiarita, ma la montagna non perdona neppure la minima distrazione per il maestoso incanto.