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Morto Salvatore Ligresti, nome di spicco della finanza

Salvatore Ligresti

Si è spento a 86 anni Salvatore Ligresti, eminente nome del mondo finanziario italiano. Ligresti è stato a lungo capo della Fonsai.

Muore all’età di 86 anni Salvatore Ligresti, protagonista del mondo finanziario italiano. L’imprenditore si è spento all’ospedale San Raffaele di Milano. Coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, nel 2017 era stato condannato per falso in bilancio e manipolazione del mercato. Re degli immobiliaristi e a lungo capo di Fonsai, il suo nome è stato uno dei più discussi e bersagliati dello scenario economico milanese.

Muore Salvatore Ligresti

L’immobiliarista Salvatore Ligresti si è spento all’età di 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano il 16 maggio 2018. Malato da tempo, era stato condannato a sei anni di carcere per falso in bilancio e manipolazione del mercato per Fonsai a Torino e a cinque anni per aggiotaggio in merito alla vicenda Premafin.

Siciliano di nascita, “Don” Salvatore era nato a Paternò, in provincia di Catania. Arrivato a Milano con in tasca una laurea in ingegneria, aprì uno studio di progettazione e sposò Antonietta Susini, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia.

La scalata verso il successo iniziò grazie alla guida di eminenti personaggi della Milano Bene, tra i quali Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca. Grazie ad appalti pubblici e investimenti nella finanza, Ligresti si affermò nel corso degli anni Ottanta diventando come nodo rilevante del capitalismo famigliare italiano. Le sue quote azionarie erano funzionali al controllo di molti dei principali gruppi finanziari e industriali, a partire dalla stessa Mediobanca. Con l’aiuto di Cuccia, Ligresti riuscì a inserirsi nell’ambiente politico. Legato sia ai socialisti sia ai fascisti, fu vicino a diversi nomi della politica di quegli anni.

Nel 1981 la moglie venne rapita e, grazie al pagamento di un’ingente somma di denaro, venne in seguito rilasciata. Due dei tre sequestratori furono poi uccisi e Ligresti venne indagato per sospetti legami con la mafia. Le indagini si conclusero con un nulla di fatto, ma determinarono l’inizio di una serie di accuse e condanne che sarebbero durate fino alla morte dell’immobiliarista.

Nel 1992, Don Salvatore venne coinvolto in Tangentopoli e fu arrestato per il pagamento di tangenti destinate alla vincita di appalti per la Metropolitana milanese e le Ferrovie Nord. Fu condannato a due anni e quattro mesi e ottenne l’affidamento ai servizi sociali presso un centro Caritas. Perso ogni requisito di onorabilità, lasciò la gestione di Premafin e del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai ai figli.

Nel 2011 Ligresti cedette Fonsai e Milano assicurazioni, rilevate dal gruppo Unipol. L’immobiliarista venne arrestato nel 2013 insieme alle figlie per falso in bilancio e per manipolazione del mercato. Le indagini fecero infatti emergere che Ligresti aveva celato un ammanco di 600 milioni manipolando la riserva sinistri non comunicata agli investitori. Don Salvatore venne condannato in seguito all’apertura dell’inchiesta dopo la scoperta di un trust fiduciario all’estero che controllava il 20% di Premafin.