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Nicola Marra, parla il padre Antonio con una lettera aperta

Nicola Marra

Nicola Marra è stato ritrovato morto dopo una notte in discoteca, parla il padre Antonio.

Nicola Marra era scomparso dopo una serata trascorsa in discoteca, e non si erano più avute notizie di lui, anche a seguito della denuncia fatta dai genitori alle forze dell’ordine. Poi, dopo qualche ora, il tragico epilogo.

La morte di Nicola Marra

Il ragazzo, diciannove anni, era scomparso a Positano dopo alcune ore trascorse in discoteca la notte di Pasqua, lo scorso 2 aprile, e dopo ore di ricerche è arrivata la drammatica notizia: il corpo del ragazzo è stato trovato in un burrone, spegnendo ogni possibilità di trovarlo vivo.

Nonostante le ricerche, si erano perse le speranze già dalle primissime ore dedicate alle ricerche di Nicola, in molti infatti disperavano di trovare il ragazzo in vita, poiché sembrava incredibile che non avesse dato alcun segno a familiari e amici.

Allo stato attuale delle cose, comunque, non è ancora chiaro cosa sia effettivamente accaduto, e come Nicola Marra sia arrivato alla morte. Stando alle prime ipotesi formulate dagli inquirenti, il ragazzo potrebbe essere scivolato nel burrone nel quale è stato ritrovato.

Si è probabilmente trattato di un incidente

Vista l’area del ritrovamento del corpo del ragazzo, comunque, ovvero quella tra la Selva ed il Cimitero vecchio, che si trova nelle vicinanze di una lunga scalinata, si è pensato ad un incidente. Ipotesi supportata dal fatto che diversi testimoni avevano sostenuto che il giovane avesse bevuto parecchio.

Percorrendo dunque la strada verso casa, che Nicola Marra ha percorso di notte e comunque in uno stato un po’ alterato a causa dell’alcool, potrebbe molto probabilmente aver perso l’equilibrio, cadendo così nel vuoto. E dopo la sua tragica fine, il padre Antonio ha deciso di intervenire.

Nicola Marra

Lettera aperta del padre di Nicola Marra

Antonio Marra, ancora provato e profondamente colpito dalla perdita del figlio, ha deciso di scrivere una lettera aperta e di inviarla a Il Mattino di Napoli, per cercare di aiutare altri ragazzi, per tentare di fermare la strage provocata dall’alcol assunto in discoteca.

“Ho visto come si riducono i nostri ragazzi. Fermiamo la strage dell’alcol in discoteca.”, queste le parole dell’uomo, ancora prostrato per la morte di Nicola, che insieme a sua moglie ci tiene a lanciare un appello perchè chi può fare qualcosa fermi questa “mattanza impunita”, ovvero il lato oscuro della movida.

La lettera dell’uomo comincia con parole molto dure, ribadendo che suo figlio Nicola è solo stato estratto a sorte quella maledetta domenica, così come, aggiunge, ce ne sono stati tanti altri e come purtroppo tanti, molti, ce ne saranno ancora.

Fermare le stragi dei sabato sera

Le parole dell’uomo, dure e disperate, vogliono in qualche modo cercare di evitare che si verifichino ancora stragi dopo la discoteca. Antonio racconta ciò che vede paragonando a un campo di battaglia le scene fuori dalla discoteca, con decine e decine di ragazzi che girovagano semicoscienti, vestiti a malapena con camicie sudate e abiti leggeri, nel freddo della tarda notte.

Sono descrizioni terribili, crude, anche quelle che parlano di chiazze di vomito dappertutto, all’uscita all’alba dai locali della movida notturna di Positano e del resto d’Italia, e che colpiscono gli occhi di un padre che proprio in quella stessa maniera ha perso suo figlio.

Antonio Marra definisce l’alcol maledetto e spaventoso, e ci chiede il perché di tutto questo, volgendo a se stesso e a chi legge le sue parole, ma soprattutto a tutti coloro i quali possono agire concretamente per fermare queste ingiuste e premature morti.