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Nuoto, il racconto della 22enne Mary-Sophie Harvey: "Sono stata drogata l'ultima notte dei mondiali"

Nuoto droga

Una vicenda ha sconvolto in queste ultime ore il mondo del nuoto. L'atleta canadese Mary-Harvey ha rivelato di essere stata drogata.

Un’altra terribile vicenda ha macchiato il mondo dello sport agonistico. È successo durante i mondiali di nuoto di Budapest che si sono svolti dal 18 a 25 giugno del 2022. Mary-Sophie Harvey, giovane atleta di 22 anni della nazionale canadese ha raccontato sui social di essere stata drogata proprio durante l’ultima notte: “All’epoca non ero consapevole di cosa fosse dentro di me, ricordo solo di essermi svegliata la mattina dopo completamente persa, con il nostro team manager e il medico al mio capezzale”, ha spiegato.

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Nuoto, atleta canadese svela di essere stata drogata

Nel suo dettagliato racconto l’atleta ha spiegato di aver un “buco” di 4-6 ore nella sua memoria e di non ricordare assolutamente nulla di ciò che è successo durante quei drammatici attimi: “C’è questa finestra da quattro a sei ore in cui non riesco a ricordare una singola cosa. Ho sentito frammenti da parte di persone e ho anche sperimentato il giudizio. L’unica cosa che posso dire è questa: non mi sono mai vergognata maggiormente”.

Ha poi proseguito raccontando di aver cenato con la famiglia e di come sua madre le avesse fatto notare che sembrava diversa dal solito. Il disagio che provava era evidente e questo traspariva dalle sue parole: Sembrava che il corpo in cui mi trovavo non fosse mio (sembra ancora così). Sono tornata a casa e ho trovato una dozzina di lividi sul mio corpo. Alcuni dei miei amici mi hanno detto in seguito che si erano dovuti prendere cura di me mentre ero priva di sensi e probabilmente questo ha spiegato il perché”.

“Purtroppo questi eventi accadono più di quanto pensiamo”

Infine ha lanciato un monito a quanto hanno letto il suo messaggio: “Purtroppo questi eventi accadono più di quanto pensiamo. C’è stato un pericoloso numero crescente di casi segnalati nel corso degli anni, ma non se ne parla ancora abbastanza. Le risorse per le vittime sono ancora difficili da trovare e il giudizio degli estranei è ancora molto presente. Per chiunque legga questo messaggio, si prega di fare attenzione. Pensavo di essere al sicuro, che non mi sarebbe mai successo, soprattutto mentre ero circondata da amici. Ma è successo…”