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Omicidio Giulia Cecchettin: i dubbi sulla premeditazione

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Dai sacchi neri sul corpo di Giulia Cecchettin alle ricerche su Google, tutti gli elementi che fanno pensare alla premeditazione da parte di Filippo Turetta

Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, si trova ora in Germania in attesa di estradizione. L’accusa di omicidio volontario potrebbe però essere aggravata dalla premeditazione.

Il sospetto di premeditazione

Numerosi sono gli elementi che accendono i sospetti sulla premeditazione. Al vaglio degli inquirenti ci sono innanzitutto le ricerche online effettuate da Filippo Turetta poco prima della scomparsa. Si è accertato che il 22enne ha cercato su Google kit di sopravvivenza e dei dettagli su alcuni passaggi per l’Austria. Questi indizi però significano poco, dal momento che Turetta era appassionato di escursioni.

Altri elementi però si aggiungono. C’è il coltello ritrovato nell’area industriale di Fossò, nel Veneziano, dove una telecamera di sorveglianza ha ripreso Filippo aggredire Giulia.

E ancora c’è il modo in cui è stato ritrovato il cadavere: nascosto sotto un grande masso e ricoperto di sacchi neri per nasconderlo alla vista. Senza contare che, a un primo esame, non si sono trovate ferite da trascinamento. Questo potrebbe voler dire che il corpo senza vita è stato portato a spalla.

Infine abbiamo lo scotch trovato sulla scena dell’aggressione a Fossò e i soldi che Turetta aveva in tasca e che gli hanno permesso di fuggire.

Il rientro di Turetta

Spetterà a Filippo Turetta rispondere a tutte queste domande. Il suo rientro in Italia è previsto forse entro le 48 ore auspicate dal ministro degli esteri Tajani.