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Omicidio Yara, l'avvocato di Bossetti: "Non ci basta guardare i reperti, vogliamo esaminarli"

La Cassazione deciderà se la difesa potrà esaminare i vestiti di Yara Gambirasio

La Cassazione deciderà se la difesa potrà esaminare i vestiti di Yara Gambirasio

Sarà la Cassazione a decidere se i legali di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il caso di Yara Gambirasio, potranno esaminare o meno i vestiti della 13enne, sulla quale è stato rinvenuto il Dna dell’uomo.

I legali di Bossetti avevano fanno ricorso alla Suprema Corte e l’udienza era in programma per lo scorso 20 novembre, ma il presidente della Corte d’Assise, Donatella Nava, ha deciso di rinviarla in attesa del pronunciamento della stessa Cassazione.

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Le parole del legale di Bossetti

Nell’ultima puntata di ‘Crimini e criminologia‘, andata in onda su Cusano Italia Tv, uno dei legali dell’uomo, l’avvocato Claudio Salvagni, ha dichiarato: “Abbiamo sempre chiesto, durante il processo, fin dall’udienza preliminare, che questo esame del Dna fosse svolto in contraddittorio proprio per consentire alla difesa di dimostrare che quei risultati erano sbagliati e che il Dna di ‘Ignoto 1’ non è il Dna di Massimo Bossetti. Purtroppo questo non ci è stato mai consentito“.

La difesa, composta proprio da Salvagni insieme a Paolo Camporini, fa riferimento alla sentenza del Tribunale di Bergamo del 27 novembre 2019, che consentiva sia la visione sia l’esame dei reperti da parte della difesa. La sentenza della Corte di Cassazione del 21 novembre 2012 parla, invece, di mera visione e così i legali hanno impugnato la stessa sentenza e hanno chiesto di procedere anche con le analisi: “Poi però ogni nostra richiesta sulle modalità operative, cioè su come procedere per l’analisi, è sempre stata dichiarata inammissibile dalla Corte d’Assise di Bergamo“, continua l’avvocato.

A maggio è arrivata la svolta: la Suprema Corte ha decisono di rendere esecutivo il provvedimento emanato nel novembre 2019. Ecco il perché del nostro nuovo ricorso, non ci basta guardare i reperti, ma vogliamo esaminarli“, infatti, proprio su quei reperti è stata basata la colpevolezza di Bossetti.

Salvagni ha aggiunto: “In Italia è in forte ascesa il numero degli innocentisti. Nel caso Yara-Bossetti il dubbio è sempre stato lacerante. Molti ancora oggi si chiedono: perché impedire alla difesa di fare la prova scientifica sul Dna? Se voi dell’accusa siete così sicuri del risultato che timore avete? Tutto questo continua ad alimentare il dubbio nell’opinione pubblica, la quale continua a convincersi sempre di più che in carcere ci sia veramente un innocente“.

Le speranze di Bossetti

Massimo Bossetti spera che si arrivi finalmente all’ok per l’esame dei reperti“, ha dichiarato l’avvocato, che ha concluso: “È come se si fosse aperta una crepa nel muro e noi siamo convinti che questa crepa diventerà un vero e proprio squarcio. Massimo ovviamente è contento di questo; aspetta con ansia questa decisione della Corte, e mi ha dettol’analisi di quei reperti consentirà di dimostrare la mia innocenza‘”.

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