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Orrore alle Hawaii: i morti per gli incendi sarebbero almeno 460. Finiti i sacchi per i cadaveri

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Dopo gli incendi dell'8 agosto non si spengono le polemiche sulla conta dei danni e sui ritardi dei soccorsi

Alle Hawaii è un inferno senza fine, ed è polemica sul numero di vittime e sui ritardi dei soccorsi. Secondo i bollettini ufficiali il bilancio è fermo a 111 morti. Invece a Maui si parla di almeno 480 persone uccise dagli incendi. L’unica certezza è che il contatore è destinato a salire, come si è sempre temuto sin dall’inizio.

Tragedia alle Hawaii: sale bilancio morti, finiti i sacchi per i cadaveri

Sull’isola minacciata dalle fiamme non ci sono più sacchi per avvolgere i cadaveri, per questo si deve rimediare con i container frigo. L’incendio alle Hawaii sembra una discesa agli inferi cominciata martedì 8 agosto e agevolata dai ritardi dei soccorsi.

Ma anche il conteggio dei morti sta diventando oggetto di polemiche ed è per ora impossibile fermare quel contatore infernale. Quello delle autorità si ferma a 111, ma i giornalisti del Daily Mail hanno raccolto testimonianze da Maui, distrutta dalle fiamme, dove si contano 480 cadaveri con gli obitori al collasso.

Ora si scava e si cercano resti umani ovunque, anche all’interno delle case inceneriti o ridotte a scheletro, e mancano i sacchi per contenere i morti, tanto è vero che sull’isola arrivano carichi di container frigo.

Su TikTok: cadaveri di persone trovate abbracciate

I 480 morti confermati dai testimoni locali trovano riscontro anche nelle parole del sindaco di Maui, Richard Bissen, e sarebbero solo una parte di quanto cova ancora sotto la cenere. Infatti, il primo cittadino ha dichiarato che i soccorritori hanno ispezionato solo il 25% della città.

Le abitazioni e le auto già setacciate riportano una “X” arancione all’ingresso, per evitare continue confusioni che hanno caratterizzato questa tragedia sin dagli inizi, come documentato dai tanti video che girano sui social e su TikTok. Immagini di intere famiglie con cadaveri abbracciati sarebbero la prova che durante gli incendi erano intrappolati nelle case e attendevano invano l’arrivo dei soccorsi.