> > Palazzo Morando Bolognini a Milano e il fantasma della Contessa Lydia

Palazzo Morando Bolognini a Milano e il fantasma della Contessa Lydia

palazzo morando

Un po' di storia Palazzo Morando Bolognini si trova in Via Sant'Andrea 6 a Milano, nel cuore del cosiddetto Quadrilatero della Moda. Nei secoli passati ospitò diverse famiglie aristocratiche del capoluogo lombardo, a cominciare dalla famiglia Casati alla fine del Cinquecento. Più importante ...

Un po’ di storia

Palazzo Morando Bolognini si trova in Via Sant’Andrea 6 a Milano, nel cuore del cosiddetto Quadrilatero della Moda. Nei secoli passati ospitò diverse famiglie aristocratiche del capoluogo lombardo, a cominciare dalla famiglia Casati alla fine del Cinquecento. Più importante per il palazzo fu però la famiglia Villa, che lo possedette dal 1733. Giovanni Villa lo acquistò nel 1750 e lo fece restaurare abbellendolo notevolmente secondo il gusto del barocchetto lombardo, come si può vedere ancora oggi sia all’interno che all’esterno. Successivamente, dopo la morte di suo figlio Carlo, podestà di Milano, che era scapolo e senza eredi, il palazzo passò alle famiglie De Cristoforis, ai Weill Schott e infine nel 1909 venne acquistato dai Conti Gian Giacomo e Lydia Morando Attendolo Bolognini – proprietari anche del Castello di Sant’Angelo Lodigiano -: la contessa vi abitò fino alla morte nel 1945. Non avendo eredi diretti, lo donò al Comune di Milano, che lo trasformò in una casa – museo.

Il fantasma della Contessa Lydia

Al primo piano del palazzo, dove viveva la Contessa Lydia, nata Caprara da Montalba, vedova del Conte Giangiacomo Morando Attendolo Bolognini, dimorerebbe ancora il suo fantasma. Apparirebbe soprattutto di notte, quando tutto è tranquillo, ma anche nel corso dei lavori di restauro, durante i quali comunque si farebbe sentire: qualcuno dice che talvolta “è talmente rumorosa, che sembra che abbia ospiti”; sposterebbe i mobili, le porcellane, i quadri e i preziosi reperti egizi – la nobildonna, pur essendo stata di origini bolognesi, era nata ad Alessandria d’Egitto nel 1876 e lì aveva trascorso l’infanzia -. Inoltre presunti testimoni hanno riferito di aver visto la sua ombra, sentito strane, fredde correnti nelle stanze, un improvviso calore provenire dai mobili, sbattere le porte o visto finestre ben chiuse aprirsi misteriosamente. Nell’aprile 2007 il direttore delle Civiche raccolte storiche di Milano, Roberto Guerri, aveva raccontato che durante una modifica dell’allestimento nel 1994, un giorno due giovani incaricate delle pulizie gli dissero che poco prima delle sette del mattino avevano udito chiaramente una voce di donna chiedere loro: “Chi siete? Cosa fate in casa mia? Cosa volete?”. Guerri non diede molta importanza al racconto, ma tempo dopo altro personale disse di aver notato un’ombra sempre al mattino presto, quando il museo era ancora chiuso; l’ombra si muoveva dalle stanze ristrutturate della contessa agli uffici. Provarono ad inseguirla e ad aprire le porte dei locali, ma non videro nessuno. Il fantasma della Contessa Lydia “si rifece vivo” alla fine degli Anni Novanta, quando terminarono i lavori, e disse: “Adesso avete sistemato la mia casa”. Altri restauri vennero compiuti nel 2003 e durante la notte il corpo di guardia sentì spostare i mobili, ma i controlli – effettuati disinserendo l’allarme – stabilirono che tutto era a posto. Persino quando Roberto Guerri decise di riverniciare la Pinacoteca di violetto, il fantasma della contessa si ripresentò e non si calmò finchè il colore non venne scelto un altro colore. Il direttore delle Civiche raccolte storiche di Milano ha anche raccontato che i custodi del museo erano talmente spaventati dal fantasma, che decisero di portare lumi e persino delle croci, nel caso lo spirito fosse stato maligno. Non solo: avanzarono la proposta di organizzare una veglia notturna per evocarlo – la stessa contessa fu non solo un’appassionata ma anche un’esperta di spiritismo, esoterismo ed alchimia, che leggeva il futuro attraverso una sfera di cristallo -.

L’ultimo misterioso episodio sul fantasma è stato raccontato da una custode del palazzo, Beatrice De Angelis: nell’estate del 2006, insieme ad una collega, la donna ha passato le mani sopra il velluto rosso che ricopriva un tavolino dell’appartamento dell’aristocratica ed entrambe avvertirono che il tessuto cominciava ad avere uno strano calore. La faccenda è talmente suggestiva, che si pensò di utilizzarla a scopo turistico: nella primavera del 2007 vennero organizzate delle visite guidate con la collaborazione del Teatro Franco Parenti e della ballerina Luciana Savignano, che impersonava la Contessa Lydia.

[Gallery]