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Il responsabile del Laboratorio di biologia molecolare dell’Istituto Zooprofilattico di Putignano in Puglia Antonio Parisi sulle mutazioni Omicron paventa un rischio: che “il sistema immunitario potrebbe non riconoscere il virus e potrebbe non sapere come difendersi”.
Antonio Parisi e il rischio sulle mutazioni Omicron: troppe e troppo veloci, memoria immunitaria in affanno
Insomma, le mutazioni troppo veloci potrebbero mandare in tilt la cosiddetta “memoria immunitaria” che invece per altri studiosi è sufficiente ad arginare gli esiti severi del coronavirus. Parisi ha spiegato a proposito di Omicron che è molto più infettiva di Delta proprio a causa della sue mutazioni seriali: “È ciò che la distingue dalle altre varianti che abbiamo analizzato”.
Sulle mutazioni Omicron Parisi teme che anche i vaccinati possano essere “indifesi”
Perciò a suo parere “il rischio è che, con questo elevatissimo numero di mutazioni, il sistema immunitario anche di una persona vaccinata possa non essere in grado di riconoscere il virus e di difendersi dall’infezione”. Il dato della Puglia è d’altronde netto: nella regione, report dell’Istituto Superiore di Sanità sui campioni sequenziati dal 3 gennaio scorso alla mano, Omicron è dominante.
Omicron dominante in Puglia con il 92% dei casi e sulle mutazioni Parisi attende il report del 26 gennaio
Il 92% dei casi sequenziati fa riferimento alla Omicron, e l’8% alla Delta. E Parisi ha chiosato a Foggia Today: “I dati confermano questa prevalenza. La variante Delta è ormai minoritaria, parliamo di poche unità su cento campioni, è piuttosto rara rispetto alla Omicron. Adesso aspettiamo il report sui nuovi campioni che abbiamo sequenziato e che sarà pronto prima del 26 gennaio. Ormai la variante più diffusa è la Omicron, in particolare si parla della sottovariante Ba.1, quella che conosciamo.