Asia Angaroni A distanza di cinque anni sono ancora in molti a piangerne la scompara. Paul Walker, noto al grande pubblico per essere stato uno dei grandiosi attori di Fast and Furious, è morto prematuramente il 30 novembre 2013 in un incidente stradale durante una di quelle corse in macchina che amava come poche cose. Aveva solo 40 anni. Gli autori del documentario “I Am Heath Ledger”, su un altro amato attore morto troppo giovane, hanno realizzato ora “I Am Paul Walker”, dove celebrano la vita dell’attore ricordandone al contempo la tragica scomparsa.
Il documentario
La sua morte scioccò molto al di là degli amanti di un interprete non troppo noto, bello e gentile, le cui qualità umane vennero fuori sempre di più dopo la morte. Tanti amici e colleghi ne hanno celebrato la scomparsa. Un ragazzo semplice con un unico grande vizio, una passione sfegatata e incontenibile: la velocità. A lungo ha rievocato icone di Hollywood come Steve McQueen. L’incidente si verificò quando le riprese del settimo episodio della saga erano praticamente ultimate. Fu il fratello a completare qualche inquadratura al suo posto.
Il documentario è diretto da Adrian Buitenhuis, già autore di I Am Heath Ledger. Ad averlo prodotto è Derik Murray, che sta realizzando una serie di documentari per il canale americano Paramount Network. È già stato realizzato I Am Chris Farley, sul comico caratterista, scuola Saturday Night Live, interprete di piccoli classici anni Novanta come “Fusi di testa” o “Teste di cono”, morto poco più che trentenne per un overdose di cocaina e morfina, il tristemente famoso speedball.
Il documentario viene lanciato come “un tributo catartico, con amici, famigliari e colleghi che ricordano l’attore”. Non si tratta di un lavoro d’inchiesta alla ricerca degli aspetti più nascosti della sua vita. I Am Paul Walker verrà trasmesso l’11 agosto 2018 su Paramount Network, con la speranza che possa arrivare presto anche sui nostri schermi, soddisfacendo così il desiderio e la passione dei molti fan italiani.
Il trailer
Nel trailer del documentario ormai prossimo alla messa in onda, si ricorda che “Gli piaceva andare veloce. Non appena è diventato abbastanza grande da restare aggrappato, era sul dorso della sua grande ruota con cui faceva il giro della sua vita “. Sono tanti gli amici e i colleghi che hanno voluto ricordarlo.
Al di là dell’incredibile successo (il franchise Fast and Furious è il sesto più grande di tutti i tempi, incassando oltre 5 miliardi), il direttore Rob Cohen ha raccontato che le sue priorità sono rimaste le stesse: Paul non ha mai perso la semplicità che lo contraddistingueva.
Il suo amico Oakley Lehman lo descrive come un “Hippie armato di pistola, l’equilibrio degli opposti. Un amante e un combattente“. L’amico Andy Muxlow ha ricordato: “Non era assolutamente un burattino. Non era sicuramente qualcuno che faceva tutto ciò che gli veniva chiesto”. La sua scomparsa ha lasciato per sempre un vuoto incolmabile.
