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Perché il premier Draghi è a Kiev?

Il premier Mario Draghi

Il premier Draghi si trova attualmente a Kiev insieme ai leader francesi e tedeschi Macron e Scholz: i motivi della visita.

Dopo un viaggio a bordo di un treno notturno, il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz sono arrivati a Kiev per fare visita al leader ucraino Volodymyr Zelensky. Una tappa organizzata da tempo ma non resa nota per questioni di sicurezza durante la quale i tre esponenti dei governi occidentali porteranno un messaggio unitario di condanna alla Russia e supporto all’Ucraina.

Draghi a Kiev: l’ingresso dell’Ucraina nel’UE

Sono diversi i temi che i tre leader affronteranno insieme alle autorità ucraina, compresi il futuro ingresso di Kiev nell’Unione Europea e la crisi alimentare in atto a causa della guerra. Nelle ultime settimane, Zelensky ha infatti tentato di spingere per accelerare l’adesione del suo paese all’UE ritenendo che, in un momento in cui la Russia vuole spaccare l’Europa unita, “la risposta positiva dell’Unione alla richiesta ucraina di candidarsi come membro può diventare una risposta affermativa all’esistenza di un futuro per il progetto comunitario“.

A lui ha fatto eco il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: “L’Ucraina merita che le sia garantito lo status di Paese candidato all’UE questo giugno sulla base di una valutazione individuale e basata sul merito (il riferimento è al Consiglio europeo del 23-24 giugno)“. Per quanto riguarda la posizione italiana, Draghi si è più volte espresso apertamente a favore della candidatura dell’Ucraina. Si tratterebbe comunque del primo passo di un lungo iter al termine del quale occorrerà il parere favorevole di tutti e 27 gli Stati membri.

Draghi a Kiev: la crisi alimentare

Un’altra questione che Italia, Francia e Germania affronteranno insieme all’Ucraina è la crisi alimentare causata dal blocco alle esportazioni di cereali da Kiev, considerato il granaio d’Europea nei cui silos sarebbero bloccate 25 milioni di tonnellate. Durante la sua visita in Israele, il premier italiano aveva espresso l’esigenza di operare con la massima urgenza dei corridoi sicuri per il trasporto del grano. Sul tavolo, al momento, sono due le strade percorribili: la prima passa dallo sminamento delle acque portuali del Mar Nero, per la cui messa in sicurezza si parla da tempo di un possibile coinvolgimento italiano e francese, mentre la seconda è la rotta terrestre.