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Verona, mozione contro l'aborto: capogruppo PD vota si

Verona voto mozione contro aborto

A Verona viene approvata una mozione che dichiara la città "a favore della vita". A sorpresa capogruppo PD Carla Padovani vota a favore

Il Consiglio Comunale della Città di Verona ha approvato nella notte di venerdì 5 ottobre 2018 una mozione che dichiara la città “a favore della vita”. La mozione prevede il finanziamento di associazioni cattoliche per l‘organizzazione di iniziative contro l’aborto. La maggioranza ha anche cercato di fare approvare, ma senza successo, una seconda delibera, nella quale si prevedeva la sepoltura obbligatoria per i feti abortiti anche contro il volere della donna. La città, dove l’attuale ministro alla famiglia Lorenzo Fontana è stato vicesindaco, ha visto infatti negli ultimi mesi riaccendersi la discussione sull’aborto. Una discussione che ha visto il sollevarsi da parte di una porzione di società civile, che si è fermamente opposta alla proposta dell’amministrazione.

Capogruppo del PD di Verona vota si

Una proposta che è stata vista come un tentativo di limitare i diritti garantiti dalla legge 194. Le rimostranze espresse da qualcuno di questi gruppi hanno portato ad una loro espulsione dalla sala consigliare. Ad aver particolarmente colpito i membri del movimento “non una di meno” è stata la decisione di voto presa dalla capogruppo del PD Carla Padovani, che si è espressa a favore della mozione della lega.

Un voto che per Alessia Rotta, deputata del PD di Verona rappresenta “uno schiaffo inaccettabile a Verona e alle sue cittadine”. Una decisione che afferma “Ci riporta indietro ad anni in cui le donne morivano per le interruzioni di gravidanza e proliferavano gli aborti clandestini”.

La deputata va poi all’attacco della Padovani: “Non aveva nemmeno informato il gruppo, e non lo ha rappresentato”. La deputata Democratica va però oltre, mettendo in dubbio la permanenza della Padovani tra le file del PD, e afferma che “Non credo che sia una persona che possa stare nel PD. Per quanto possiamo essere plurali, esistono dei limiti che qualificano anche lo stare in una comunità e credo che lei li abbia allegramente superati”.