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Reddito di cittadinanza, Sallusti bacchetta la M5s Castelli

Sallusti Castelli reddito di cittadinanza

Il direttore Sallusti accusa il sottosegretario Laura Castelli: "Di Maio mente, non può aver già stampato le tessere per il reddito di cittadinanza".

Davanti alle telecamere di Otto e mezzo si è consumato l’ennesimo scontro intorno alla dibattuta questione del reddito di cittadinanza. Questa volta i protagonisti sono Laura Castelli, deputata del M5S, e Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale. Il dibattito si è acceso quando Lilli Gruber ha sollevato il problema della stampa delle tessere su cui il reddito dovrebbe essere caricato. “Di Maio ha annunciato che sono in stampa le tessere elettroniche per erogare il reddito di cittadinanza: intanto sono 5 o 6 milioni? E chi le sta stampando?“, ha chiesto la conduttrice. La sottosegretaria al Ministero dell’Economia ha però eluso la domanda, rispondendo con un vago: “La platea dovrebbe essere di 5 milioni e mezzo circa”. Luca Telese, giornalista presente in studio, ha allora ironizzato: “Tipografia segreta“.

Sallusti “Di Maio mente”

Il problema delle tessere, ha sottolineato Sallusti, non è solo di carattere tipografico. Di Maio ha infatti dichiarato di averle già fatte stampare, ancor prima che l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza sia stata stabilita per legge. “È un falso! Non hanno stampato nulla, per stampare le tessere ci vuole un decreto“, ha dichiarato il direttore del Giornale. “Ogni giorno, o da fonte grillina o da fonte leghista, esce una versione diversa del reddito di cittadinanza, quindi nella migliore delle ipotesi esistono dieci testi: diamo i soldi alle aziende, no li diamo alle famiglie, no li diamo al singolo, lo diamo se la gente spende solo in alimentari e via discorrendo”.

Per Sallusti è inoltre “sospetto il fatto che si parla da un paio di anni di questo reddito di cittadinanza. A marzo hanno vinto le elezioni, quindi sapevano che avrebbero dovuto governare. Da giugno governano, sono passati altri sei mesi e ancora non sappiamo il testo. Non vi viene il dubbio che non sappiamo il testo non perché la ragioneria di Stato è cattiva ma perché i conti non tornano? E quindi non possono scrivere un testo se i conti non tornano?”

Senza contare, ha concluso il direttore, che “è uno Stato di polizia quello che controlla i consumi. Cosa vuol dire controllare i consumi? Io non posso comprare il filetto, ma un tipo di carne più scadente in macelleria, perché il filetto è un lusso. Cosa vuol dire, che lo Stato andrà a controllare i consumi? È una cosa che fa paura“.

Sallusti “Affiderei i miei soldi a Padoan”

Il direttore ha inoltre dichiarato di avere assai poca fiducia nella gestione dell’economia da parte dell’esecutivo Conte. “Tra Padoan e la Castelli io affiderei i miei soldi a Padoan“, ha detto sicuro. “Io sono stata votata dai cittadini”, si è difesa Castelli. Caustica la risposta di Sallusti: “Essere votati non è sinonimo di capacità. È sinonimo di tutta quella gente che vi apprezza. La capacità poi di fare una finanziaria, insomma, non è proprio la stessa cosa. Io ho capito che l’hanno votata, ma se di economia non capisce nulla”.