> > Caso Siri, Salvini attacca il M5S: "Tappatevi la bocca, basta minacce"

Caso Siri, Salvini attacca il M5S: "Tappatevi la bocca, basta minacce"

Caso Siri, scontro Salvini Di Maio

Di Maio: "Dico a Salvini che è bello fare il forte con i deboli, ma questo è il momento del coraggio. Fate dimettere Siri".

Non accenna a diminuire la tensione tra gli alleati di governo, dopo lo scoppio del caso Siri. Teatro del più recente scontro a distanza tra i due leader è Mezz’ora in più, dove Luigi Di Maio è comparso come ospite e, si apprende dall’Ansa, ha dichiarato: “Io dico a Salvini che è bello fare il forte con i deboli, ma questo è il momento del coraggio“. Il rinvio a giudizio del senatore della Lega, prosegue, “non ha senso. Qui la questione non è l’inchiesta in sé, ma il fatto che un sottosegretario abbia tentato di favorire un singolo con un emendamento. È la classica storia italiana. Il tema è quell’atteggiamento da casta per il quale, siccome sei al governo, ti senti in grado di favorire il singolo”.

Il M5S chiede le dimissioni

La questione, ora, è rinviata al Consiglio dei ministri che “al 99% sarà mercoledì” [8 maggio, ndr], assicura Di Maio. La questione relativa al caso Siri è “talmente dirimente che abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di proporre il decreto di revoca“. Ancora più duri i toni utilizzati dal vicepremier in un post sul blog del Movimento, in cui scrive: “Sulla questione morale il M5S non fa passi indietro e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere”.

Salvini: “Il M5S pesi le parole”

“I processi in Italia si fanno in tribunale e non in piazza. Funziona così in democrazia”, è la replica di Matteo Salvini durante un comizio al Galluzzo, alle porte di Firenze. “Gli amici del M5S pesino le parole. Se dall’opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono: ‘tira fuori le palle’? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico: tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l’ultimo avviso. Sarebbe meglio se i Cinque Stelle ci aiutassero a cambiare in meglio questo Paese, senza offendermi ogni giorno”.

Il ministro dell’Interno si è poi rivolto al premier affermando: “Caro Conte, ridurre le tasse a famiglie e imprese è emergenza nazionale di questo Paese. Tutto il resto viene dopo”.