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Tassa sulle merendine, i Paesi in cui la proposta di Fioramonti è già realtà

Tassa sulle merendine Fioramonti

La "sugar tax" proposta dal neo ministro dell'Istruzione Fioramonti è già in vigore in diversi Paesi dell'Europa e del mondo.

Il suo nome è appena entrato a far parte della lista dei ministri del nuovo governo Conte, ma già le parole di Lorenzo Fioramonti fanno discutere e dividono gli italiani. Il neo ministro dell’Istruzione ha infatti proposto di introdurre anche in Italia un’imposta di scopo che riguarda proprio la scuola: la tassa sulle merendine e sulle bibite gassate. Una novità per il nostro Paese, ma che altrove è già realtà.

La proposta di Fioramonti

“Vorrei delle tasse di scopo, per esempio una tassa sulle merendine e sulle bibite gassate, ma anche una tassa sui voli aerei che inquinano”, ha dichiarato il neo ministro Fioramonti nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “L’idea è: faccio un’attività che inquina (in questo caso, volare) oppure ho un sistema di alimentazione sbagliato? Allora metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, come la scuola e gli stili di vita sani”.

Tassa sulle merendine: i casi

Una variante della tassa sulle merendine è già in vigore da diversi anni nel Regno Unito. Si tratta della tax on sugar, approvata con lo scopo di prevenire e ridurre il tasso di obesità tra i cittadini britannici. L’ex presidente Usa Barack Obama aveva a sua volta proposto l’introduzione di una tassa sulle bibite gassate, con cui finanziare la riforma sanitaria. Anche la tassa sui voli non è una novità, come dimostrano i casi di Francia e Svezia, dove l’imposta serve a incentivare i cittadini a utilizzare mezzi di trasporto alternativi e meno inquinanti.

La situazione in Italia

Fioramonti non è il primo politico italiano a proporre una variante nostrana della sugar tax. La commissione Finanze aveva votato per l’introduzione della tassa sulle merendine nell’ultima legge di bilancio, ma la proposta è stata bloccata dal veto della Lega. L’imposta sarebbe dovuto non solo combattere obesità e diabete ma anche coprire l’esclusione del regime Irap per le partite Iva fino a 100mila euro.