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Camera nega arresti a Sozzani, il forzista salvato dal voto segreto

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Con 309 voti contrari, la Camera ha negato l'autorizzazione agli arresti domiciliari per il deputato forzista Diego Sozzani, accusato di corruzione.

Con 235 voti a favore, 309 contrari ed un astenuto, la Camera dei Deputati ha negato l’autorizzazione agli arresti domiciliari per il deputato di Forza Italia Diego Sozzani, indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Una decisione che arriva a sorpresa dopo l’ok dato a fine luglio dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio, che aveva votato a favore dell’autorizzazione a procedere. Nella votazione del 18 settembre invece, sarebbero stati 46 i franchi tiratori che hanno salvato Sozzani approfittando del voto a scrutinio segreto.

La Camera nega gli arresti a Sozzani

Al momento della proclamazione dello scrutinio si è alzato un caloroso applauso dai banchi del centrodestra, al quale sono seguiti alcuni attimi di tensione con i parlamentari del M5s. A tal proposito, il capogruppo pentastellato alla Camera Francesco D’Uva ha dichiarato: “Spiace constatare che nel segreto dell’urna singoli parlamentari non abbiano seguito le indicazioni di voto del proprio gruppo: noi siamo molto dispiaciuti perché notiamo questa continua differenza, nonostante i cambi di maggioranza, del M5s con le altre forze politiche. Il M5s resta l’unico a portare avanti la battaglia contro i privilegi della politica”.

Ad impedire l’arresto di Diego Sozzani sarebbero infatti stati 46 franchi tiratori che non avrebbero seguito le indicazioni fornite dal proprio partito. Secondo alcune indiscrezioni, molti di questo proverrebbero dai banchi del Pd e di Italia Viva, la nuova formazione politica di Matteo Renzi. In merito al caso di Sozzani, il Pd si era detto contrario all’utilizzo delle intercettazioni ma favorevole all’autorizzazione della procedura di arresto.

L’intervento del deputato

Poco prima dell’inizio della votazione, alla quale Sozzani non ha voluto partecipare per rispetto dell’autonomia dell’Aula, il deputato forzista aveva dichiarato: “Non mi sottrarrò al confronto con la magistratura, ma vi chiedo semplicemente di poterlo fare da uomo libero, anche in difesa del principio di innocenza fino a prova contraria. Non ho mai avuto problemi con la giustizia ma oggi mi trovo, mio malgrado, indagato solo sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate tra terze persone e con una richiesta di custodia cautelare, per un presunto finanziamento illecito, anch’esso sulla base delle stesse intercettazioni. Parliamo di un finanziamento che non ho mai ricevuto”.