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Conferenza stampa Conte: Azzolina alla Scuola, Manfredi alla Ricerca

conferenza conte

Nella conferenza stampa di fine anno Conte ha fatto il punto sull'operato del governo e ha toccato anche il tema delle dimissioni di Fioramonti.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha partecipato alla consueta conferenza stampa di fine anno. Il premier ha fatto il punto di questi quattro mesi di governo giallo-rosso: per il futuro ha anche annunciano una “maratona di tre anni per le riforme”. Anche Luigi Di Maio a tale riguardo si era espresso con questi termini: “Dal 2020 dovremo saper imprimere una forte accelerata all’azione di governo“. “Chiederemo al presidente Conte – ha aggiunto il capo politico M5s – di riunire nei primi giorni utili di gennaio, già il 7 o anche prima, i capi delegazione delle forze di governo che compongono la maggioranza e avviare così il processo per la costituzione del nuovo programma di governo”.

Centrale nel discorso del premier anche il tema delle dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Conte, a tale riguardo, ha deciso di sdoppiare il Ministero: Lucia Azzolina sarà il nuovo ministro della Scuola; Gaetano Manfredi, invece, sarà ministro dell’Università e Ricerca. Azzolina, dirigente scolastico, è attualmente sottosegretario alla Scuola M5S. Manfredi, invece, è il rettore dell’Università Federico II di Napoli.

Conferenza fine anno: Giuseppe Conte

Il premier Giuseppe Conte ha tenuto la conferenza di fine anno a Villa Madama e nel corso del suo discorso ha toccato moltissimi temi. Innanzitutto il presidente del Consiglio ha ricordato l’operato del governo (formato da M5s-Pd-Iv-Leu) in questi ultimi quattro mesi. Poi, non sono mancati i riferimenti alla crisi agostiana innescata da Matteo Salvini e nemmeno il tema delle dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Durante la conferenza sono stati annunciati i due successori sdoppiati in due Ministeri: Lucia Azzolina sarà ministro per la Scuola, mentre Manfredi sarà ministro dell’Università e delle Ricerca.

La Manovra e il governo

“Sprint a ostacoli”: con questa metafora il presidente del Consiglio ha descritto l’operato di questo governo giallo-rosso, segnato da discussioni e diverbi di varia natura. “In questi primi giorni del nuovo governo – ha aggiunto ancora -, siamo stati costretti a correre i cento metri“. Con questa metafora Conte esprime la difficoltà nel raggiungimento degli obbiettivi prefissati. Per mettere il Paese in sicurezza, aggiunge il premier, “occorreva una manovra seria e responsabile, avevamo il compito di recuperare 23 miliardi per disinnescare l’Iva”. Del testo approvato dalla Camera, inoltre, Conte si definisce “orgoglioso”.

Dopo la caduta del governo Conte 2, infine, il premier ha ribadito che si andrà al voto. “Io non vedo un altro governo” dopo quello in carica, ha detto, “ma non dipende da me. Su questo non direi una parola. Ma mi sembra uno scenario inverosimile”.

Le riforme

Dopo la metafora dello “sprint a ostacoli”, il premier annuncia una “maratona”: “Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni” ha detto. Questo, però, “non significa che andremo a passo lento ma spediti, con la possibilità di programmare meglio le iniziative di governo per cercare di realizzare le misure che il Paese attende da anni”. Gennaio 2020, infatti, “sarà l’occasione per fermarsi a riflettere e confrontarsi per cercare di rilanciare l’azione di governo”. Tra le varie riforme in programma vi sarà lo snellimento della burocrazia (anche attraverso le nuove assunzioni nella PA), la digitalizzazione e la riforma dei processi. Su quest’ultima il premier focalizza l’attenzione: “Abbiamo già varato un disegno di legge delega per l’abbreviazione dei tempi della giustizia civile, stiamo lavorando a quella penale, ma dobbiamo mettere mano a quella tributaria. Il mio obiettivo è ridurre un grado di giudizio, sarebbero sufficienti due gradi”.

Un ulteriore obbiettivo è invece quello della fiscalità: “Abbiamo da rilanciare il sistema fiscale e riorganizzarlo – ha detto il premier -. Dobbiamo semplificare le aliquote, ridurle, agire per abbassare la pressione fiscale“. A tale riguardo, Conte ha anche ribadito: “L’unica prospettiva che ho da offrirvi è combattere l’evasione fiscale“.

Le infrastrutture

“Abbiamo obiettivi ambiziosi” ha aggiunto poi il premier, riferendosi alle infrastrutture. “Dobbiamo incrementarle, migliorarle e manutenerle in modo efficace. Quello che abbiamo visto fin qui non ci piace affatto”. Il riferimento in questo caso è ai numerosi incidenti sul lavoro, al caso dell’Ex Ilva e ai problemi che si celano dietro ai viadotti e ai ponti autostradali. “Vogliamo colmare il divario Nord-Sud” ha aggiunto ancora Giuseppe Conte. Una delle soluzioni proposte dal capo dell’esecutivo è il varo di un “piano strutturale per il Sud anche con le ferrovie dello Stato“. Infatti, “senza il Sud il nostro Pil non ripartirà mai”: per questo d’ora in poi “il 34% della spesa pubblica dovrà essere destinato preventivamente al Sud”.

Il nuovo Ministero dell’Università

“Scuola e ricerca saranno separati. Nasce il ministero dell’Università” annuncia Conte in conferenza stampa. “Ringrazio il ministro Fioramonti – ha poi aggiunto -. Abbiamo la necessità di rilanciare il comparto dell’Università. Non è vero che non abbiamo compiuto passi avanti, penso all’Agenzia nazionale delle ricerche. Ora fare qualche sforzo in più, penso a aumentare i fondi sul diritto allo studio“. “Sono convinto – ha detto ancora il premier – che la cosa migliore per potenziare il settore sia separare la scuola dall’università”. Infine, ha svelato i successori dell’ex ministro Fioramonti: “Ho pensato, avendo conosciuto già l’operato della sottosegretaria Azzolina, di nominarla ministra della Scuola“, mentre Gaetano Manfredi sarà il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca.

“A ottobre siamo al 27,8% di disoccupazione giovanile – ha riportato il premier Conte -. E’ un piccolo segnale, dobbiamo fare di più. Dobbiamo lavorare per incentivare il lavoro al Sud“.

Immigrazione

Rispetto al tema dell’immigrazione, Conte si è espresso in questi termini: “Uno dei 29 punti programmatici riguarda l’intervento sui decreti sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal Presidente Mattarella”.

Poi ha ribadito i successi ottenuti da questo governo: “Il dato più significativo è che abbiamo migliorato il numero dei ricollocati: abbiamo 98 ricollocati al mese contro gli undici al mese del precedente esecutivo. Questo grazie all’accordo sottoscritto a Malta nei giorni scorsi e che ci ha consentito, a novembre, una richiesta di ricollocazione ancor prima dello sbarco, cosa mai successa”.

La frecciatina a Salvini

In conclusione non è mancato l’accenno al comportamento di Matteo Salvini, che il premier definisce “fazioso e propagandistico”. “Ho commesso anch’io degli errori” ha ammesso Conte, ma la “modalità faziosa e propagandistica” di Matteo Salvini “non mi appartiene”. “Ho commesso anch’io degli errori – ha ribadito ancora-, ma ad esempio in materia di immigrazione, non sono mai stato favorevole allo schema porti aperti-porti chiusi, poi nel dibattito è stato gridato porto chiuso, porto chiuso”.