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Caso Gregoretti, Casini difende Salvini: "Processato per convenienza"

caso Gregoretti

C'è stata una svolta nel caso Gregoretti. Casini ha preso le difese dell'ex ministro dell'Interno: "La ruota gira. Potrebbe capitare a Zigaretti".

Il Senato ha deciso: Matteo Salvini andrà a processo per il caso della nave Gregoretti. La Lega ha ascoltato il consiglio del leader: gli esponenti del Carroccio, infatti, sono usciti dall’Aula e non hanno votato. La senatrice Giulia Bongiorno ha tentato di far cambiare idea a Salvini, affinché i leghisti potessero votare per il no al processo. Ma lui poco prima del voto ha dichiarato: “Sono un testone. Affronto un’aggressione politica. Facciamo decidere a un giudice”. Ai giornalisti ha detto: “Spiace che qualcuno a sinistra, in Italia e nel mondo, cerchi di eliminare il suo avversario per via giudiziaria. Noi siamo diversi. Io non chiederò mai che siano i giudici a giudicare Zingaretti, Conte e Di Maio”. Pd, M5S e LeU hanno votato a favore del processo. Favorevole al processo anche Italia Viva, dalle cui fila rivendicano “una coerenza” rispetto a quanto votato per il caso Diciotti. Da sempre contrari Fratelli d’Italia e Forza Italia, che parlano di “vendette giudiziarie contro esponenti politici”. Ma a difendere Salvini c’è anche l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.

Caso Gregoretti, la difesa di Casini

“La ruota gira. Domani potrebbe capitare a Zingaretti”. Così Pier Ferdinando Casini ha commentato la scelta del Senato. L’ex presidente della Camera, infatti, si è smarcato dalla maggioranza e ha votato contro il processo a Salvini. A tal proposito ha dichiarato: “Non si può processare un avversario politico per convenienza”. La critica è indirizzata soprattutto agli ex alleati di governo, i grillini. Come ricordato da Casini, infatti, la posizione del M5S sul caso Gregoretti è diametralmente opposta a quella relativa al caso Diciotti, quando con il loro voto evitarono il processo all’ex ministro dell’Interno.

“Ricordatevi che quello che oggi capita a Salvini, in teoria può capitare a tutti quelli che hanno responsabilità di governo. La ruota gira, quello che capita a Salvini può capitare a Zingaretti o a qualcun altro”, è il monito di Casini, accolto dagli applausi dell’ex ministro e del centrodestra. “Il giudizio politico sui governi lo danno gli elettori e non può essere dato impropriamente ai magistrati”, ha tenuto a precisare.

Salvini e i suoi hanno lanciato la campagna social #IoStoConSalvini, che nelle ultime ore impazza su Facebook e Twitter. A sostenere e appoggiare il leghista c’è anche Marine Le Pen, leader francese del Front National Marine. Sul caso Gregoretti ha commentato: “Francia, Italia, Gran Bretagna: dappertutto la stessa giustizia politicizzata”.

Salvini si difende dicendo di aver agito per “difendere i confini”. Ma per Anna Rossomando, esponente del Pd, si tratta di “una fake news” la scusa. Prima di lei ha parlato l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso. A sua detta, il leader del Carroccio “è andato oltre i limiti che lui stesso si era cucito addosso” con i decreti Sicurezza. Quest’ultimi, per Grasso, “vanno cambiati il prima possibile”.